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È di cinque persone la capienza massima del piccolo sommergibile, usato per portare gruppi di turisti a vedere il relitto del Titanic, disperso da due giorni nell'oceano Atlantico, al largo del continente americano.
L'imbarcazione è gestita dal tour operator OceanGate Expeditions, il quale offre immersioni della durata di 8 giorni al costo di 250.000 dollari a persona.
Il giornalista David Pogue, ospitato un anno fa per un servizio su Cbs, ha raccontato che per salire a bordo bisogna firmare una liberatoria. Lo riporta il Corriere della Sera: “Non dirò bugie: ero un po’ nervoso, soprattutto a causa delle scartoffie da firmare: ‘Questo natante - c’era scritto - non è stato approvato o certificato da nessun organismo di regolamentazione e potrebbe provocare lesioni fisiche, traumi emotivi o la morte’”.
I soccorritori che stanno utilizzato i sonar per cercare il sommergibile con le cinque persone a bordo hanno rilevato suoni di "colpi" sottomarini nel Nord Atlantico, dove il mezzo è scomparso due giorni fa. A renderlo noto alcuni media, citando le comunicazioni del governo degli Stati Uniti.
Che cosa può essere successo? L’esperto Alistair Greig, docente della University College London, ha provato a immaginare possibili scenari per ricostruire che cosa sia successo ai turisti che volevano vedere da vicino i resti del Titanic.
Greig, intervistato dalla Bbc e ripreso dal Corriere della Sera, ha spiegato che il veicolo potrebbe avere provato a ritornare in superficie dopo un’emergenza, sganciando alcune parti del sottomarino: “Se si fosse verificata un’interruzione di corrente o di comunicazione, ciò sarebbe potuto accadere. Il sommergibile sarebbe poi rimasto in superficie, galleggiando, in attesa di essere trovato”.
Ma se il sommergibile “si trova a oltre 200 metri esistono pochissime navi in grado di arrivare così in profondità per recuperarlo. I veicoli progettati per il salvataggio sottomarino non possono certamente scendere alla profondità in cui si trova il Titanic”.
I dubbi sulla sicurezza - L'ex direttore delle operazioni marittime di OceanGate, la compagnia proprietaria del sommergibile scomparso dopo l'immersione verso il relitto del Titanic, aveva sollevato preoccupazioni per la sicurezza prima di essere licenziato. Lo riportano i media Usa citando una causa del 2018.
David Lochridge – spiega l’Ansa -, pilota di sottomarini e sommozzatore scozzese, aveva iniziato a lavorare per OceanGate nel maggio 2015 come appaltatore indipendente prima di essere promosso a direttore delle operazioni marittime. Nella causa intentata nello stato di Washington cinque anni fa, Oceangate accusò Lochridge di aver violato un accordo di riservatezza divulgando informazioni confidenziali. In una contro causa, Lochridge affermò di essere stato licenziato da OceanGate nel gennaio 2018 dopo aver "sollevato problemi di sicurezza critici riguardanti il progetto sperimentale e non testato del Titan di OceanGate". "Lochridge ha espresso inizialmente preoccupazioni verbali sui problemi di sicurezza e controllo di qualità riguardanti la gestione esecutiva di Titan", si legge nei documenti. "Queste comunicazioni verbali furono ignorate". Il pilota era preoccupato "in particolare per il rifiuto di OceanGate di condurre test critici e non distruttivi della progettazione sperimentale dello scafo". E accusò Oceangate di essersi "rifiutata di pagare il costruttore per realizzare un portellone con oblò che soddisfacesse la profondità richiesta di 4.000 metri", fermandosi ad una certificazione di 1300 metri.