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Sarah Davey oggi ha 40 anni. Ne aveva solo 14 quando, nel 1998, uccise sua nonna Lily dopo averla torturata, e poi portò via i suoi soldi assieme a un’amica.
Lo scorso 23 marzo, dopo 25 anni di carcere, è tornata in libertà e questo, come riporta il Daily Mail, ha provocato molta indignazione nel Regno Unito, dove la terribile vicenda ha avuto luogo. Una storia di violenza e omicidio con una minore come assassina, tra le più terribili della storia del Paese.
Il tutto avvenne a casa della nonna 71enne, vicino a Manchester, dove la 14enne e una sua amica 15enne presero un tè con lei e dopo iniziarono a colpirla con un coltello, ferendola alle gambe e poi la ferirono con un bavaglino.
Le due giovanissime misero il corpo ormai senza vita della donna dentro un cassonetto della spazzatura per poterlo portare in un canale vicino, e infine presero possesso dei soldi della 71enne, del suo telefono e della sua casa.
Durante i 25 anni trascorsi in carcere, Sarah Davey è stata rilasciata per ben 8 volte ma poi richiamata in carcere. Ora, però, gli psicologi che la seguono pensano possa lasciare la prigione.
“All'udienza sono state presentate prove riguardanti i progressi e la condotta della signora Davey durante questa sentenza e dopo il richiamo – hanno affermato gli psicologi, come riporta Corriere Adriatico - Si era impegnata in programmi per affrontare il modo in cui gestisce le sue emozioni, le relazioni sane e il lavoro individuale con il suo supervisore carcerario. La signora Davey sta anche lavorando con un servizio che aiuta le persone con aspetti difficili della loro personalità e questo continuerà nella comunità”.
Nonostante tutto, in tanti mettono in evidenza il fatto che la nonna Lily è stata vittima un crimine malvagio e che, rilasciando l’assassina, la legge non sta il suo dovere. Un portavoce del Ministero della Giustizia ha perciò rassicurato i cittadini: “Sarah sarà soggetta a stretta sorveglianza per il resto della sua vita e potrà essere richiamata in prigione se viola le rigide condizioni del suo rilascio”.
L’amica complice dell’omicidio, invece, è tornata in libertà tempo fa, incinta e con una nuova identità.