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Trent’anni fa, era il 9 novembre 1989, cadeva il Muro i Berlino. Lungo 155 chilometri, alto 4 metri, per ventotto anni fu il simbolo della guerra fredda. Venne eretto per dividere la Germania a partire dal 13 agosto 1961. Il Muro ha ispirato nei decenni riflessioni e pensieri segnando profondamente la storia del Novecento. Ecco di seguito alcune fra le dichiarazioni e citazioni celebri sul "Berliner Mauer".
WALTER ULBRICHT – «Nessuno ha intenzione di costruire un muro». Lo dichiarò il presidente della Repubblica democratica tedesca durante una conferenza stampa. Era il 15 giugno 1961, due mesi più tardi iniziarono i lavori.
WILLY BRANDT – «E soprattutto non sparate ai vostri connazionali». Tre giorni dopo la costruzione del Muro, l’allora sindaco di Berlino (e poi cancelliere, dal 1969 al 1974) pronunciò un celebre discorso in cui chiedeva l’invio di rinforzi a Berlino e soprattutto agli ufficiali tedesco orientali di avere un comportamento umano.
J.F. KENNEDY – «Ich bin ein Berliner». Il presidente americano John Fitzgerald Kennedy il 26 giugno 1963 è al Rathaus Schoenberg di Berlino dove davanti a 450mila persone pronuncia un discorso di sostegno ai tedeschi chiusi in un’enclave dentro la Germania orientale. «Duemila anni fa l’orgoglio più grande era poter dire civis Romanus sum. Oggi, nel mondo libero, l’orgoglio più grande è dire ‘Ich bin ein Berliner.’ Tutti gli uomini liberi, dovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino, e quindi, come uomo libero, sono orgoglioso delle parole 'Ich bin ein Berliner'».
RONALD REAGAN – «Signor Gorbaciov, abbatta questo Muro!». 12 giugno 1987 il presidente americano Ronald Reagan è davanti alla Porta di Brandeburgo (Berlino ovest). Reagan si rivolge ai sovietici con queste parole: «Sì, attraverso l’Europa, questo Muro cadrà. Perché non può resistere alla fede, non può resistere alla verità. Il Muro non può resistere alla libertà».
ERICH HONECKER – «Il Muro continuerà ad esistere tra 50 ed anche tra cento anni, se le ragioni che ne sono alla base non verranno rimosse». Mai parole furono meno profetiche di quelle pronunciate dall’allora capo dello stato della Germania est il 19 gennaio 1989, pochi mesi prima del crollo.
BRUCE SPRINGSTEEN – «La potenza di un muro che spaccava il mondo in due, la sua realtà brusca, orribile e ipnotica, non andava sottovalutata. Era un insulto all'umanità e aveva un che di pornografico: dopo averlo visto, non riuscivi più a liberarti dell'odore. Alcuni membri della band ne furono profondamente turbati, e quando cambiammo città il sospiro di sollievo fu collettivo». Dalla sua autobiografia Born to run.
GUNTER SCHABOWSKI – «Entrano in vigore, stando alle mie informazioni, immediatamente». Il funzionario del governo tedesco orientale rispose così al corrispondente Ansa italiano durante una conferenza stampa il 9 novembre 1989 riferendosi alle nuove misure volute dalle autorità tedesco orientali rispetto a un allentamento delle restrizioni sui viaggi. Le sue parole, quella sera, scatenarono l'esodo di cittadini tedesco orientali verso il Muro, provocandone il crollo.
WILLY BRANDT – «Ora può crescere insieme ciò che si appartiene». Dal discorso pronunciato il 10 novembre 1989 a Berlino, il giorno dopo la fine del Muro.