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"Pallida, ma una soluzione si fa strada. Sarebbe della Cina, che dell'invasione non poteva non sapere - Putin era stato a Pechino il 4 febbraio - la regia". Così Toni Capuozzo su Facebook. Lo storico reporter di guerra racconta la crisi ucraina dal suo punto di vista, sempre onesto e alternativo.
"La Cina si era già detta pronta ad aiutare la Russia sotto sanzioni - scrive il giornalista -, ma nello stesso tempo ha buoni rapporti con l'Ucraina di Zelensky. Ed è Pechino ad aver incoraggiato un contatto tra le due parti in conflitto: Putin sa che il tempo non gioca a suo favore, se Kiev resiste. Il premier ucraino, deluso e irato con l'Occidente, può sperare di resistere, ma non al costo di immolare i suoi cittadini. Una sola condizione alla trattativa: no alla Nato. Con realismo, sarebbe accettata".
"Sarebbe il silenzio delle armi - prosegue -, la parola alle parole. Troppo sangue già versato per tornare indietro? Un cavallo di Troia per prendere Kiev e il suo leader? Non succede, ma se succede, America ed Europa fanno la figura degli umarell e Pechino quella del capocantiere".