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Ieri l’ennesima giornata drammatica per l'Ucraina, con decine di raid nelle città assediate e l'uccisione del giornalista statunitense Brent Renaud, che stava filmando l'evacuazione di un gruppo di rifugiati.
La Russia ha preso di mira la base militare di Yavoriv, vicinissima al confine polacco, con un raid che secondo le autorità ucraine ha provocato almeno 35 vittime e 134 feriti.
La struttura si trovava a circa 50 chilometri da Leopoli, città ritenuta finora sicura, dove domenica le sirene hanno suonato alla luce del sole per la prima volta dopo quasi 20 giorni di guerra.
Secondo Mosca, la base era un centro d'addestramento per la "legione straniera" di combattenti, oltre che in deposito per gli aiuti militari degli alleati di Kiev. "Fino a 180 mercenari stranieri e una grande quantità di armi straniere sono stati eliminati", ha affermato la difesa russa.
Dai Paesi Bassi è arrivata intanto la notizia, non ancora confermata, di diversi feriti olandesi, riferita dal coordinatore delle brigate volontarie, Gert Snitselaar. I media portoghesi parlano invece di quattro connazionali "irraggiungibili" dopo essere partiti per combattere in Ucraina. Nella struttura, secondo alcune fonti sarebbero stati presenti anche diversi americani, britannici e australiani.
"Continueremo a eliminare i mercenari stranieri", ha minacciato ancora Mosca, che già da 3 giorni ha indicato legittimi obiettivi gli armamenti inviati dai Paesi occidentali.