Famiglie divise perchè gli uomini abili al combattimento dai 18 anni ai 60 non possono lasciare il Paese ma anche da scelte estreme di donne che decidono di affidare i figli ai nonni rimanendo accanto ai mariti a difendere la loro terra.

Come riporta Ansa, a Palanca gli anziani vengono aiutati dai volontari e dagli stessi agenti di frontiera a caricare passeggini e bagagli sui minivan che li porteranno nei centri accoglienza.

Famiglie con parenti bisognosi di cure che hanno aspettato con la speranza che tutto l’orrore finisse  prima di decidere di intraprendere il viaggio caricandosi, a volte anche portandoli in braccio, i più anziani.

Fino al 10 marzo, come riportato dall' Unhcr, gli ucraini che hanno superato il confine moldavo, anche giungendo a Palanca, erano 300mila di cui oltre 8 mila hanno trovato ospitalità in Moldavia dove i numerosi centri di accoglienza potrebbero non bastare se l'onda dell'esodo cessasse la sua corsa. Lasciare la Moldavia, con l' aeroporto di Chisinau ancora chiuso e con la linea ferroviaria non pronta a questi flussi risulta alquanto complicato.

A soccorrere la piccola Repubblica e arrivata la vicina Romania che da ieri ha istituito dei passaggi in autobus per i profughi dal confine moldavo direttamente in un centro di accoglienza nella citta rumena di Iasi. Infine c'è chi si organizza con autobus per raggiungere parenti in paesi europei come quello che da giorni parte dal Chisinau Palace per raggiungere Parigi. Un maratona di trenta ore ma a 2500 chilometri lontano dalla guerra.