Il piccolo Sasha, 6 anni compiti quest’anno, ha definitivamente smesso di parlare dallo scorso 24 febbraio, quel maledetto giorno in cui è iniziato il folle conflitto in Ucraina. Ne parla la giornalista Monica Perosino in un approfondito articolo su La Stampa.

La mamma del piccolo non smette di piangere: il suo bimbo guarda, ascolta, mangia, dorme, ma non ha più emesso nessun suono. I bellissimi occhi azzurri fissano il vuoto.

Quando una bomba russa è caduta a pochi metri dalla loro casa, a Kreminna, nell'oblast di Lugansk, Sasha si è spaventato talmente tanto che da quel momento esatto si è completamente chiuso in se stesso.

Come riporta La Stampa, il piccolo non fa parte delle terribili statistiche che contano 450 bambini ucraini uccisi dall'inizio della guerra, 859 feriti o mutilati dalle schegge, 332 scomparsi nel nulla, ma di quei piccoli innocenti costretti a vedere e a vivere la guerra con le drammatiche conseguenze che essa comporta, ferite invisibili che fanno male a loro e chiunque li circondi.