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La Russia avrebbe aumentato la sua presenza lungo il confine ucraino di ben 7.000 soldati "con alcune" nuove truppe arrivate mercoledì. A ribadire l'accusa a Vladimir Putin sulla mancata de-escalation è stato nella tarda serata di ieri un alto funzionario della Casa Bianca. Gli Stati Uniti ora sanno che l'annuncio di Mosca sul parziale ritiro era falso: "Ogni elemento raccolto indica la loro volontà di offrirsi in pubblico di parlare, rivendicare una de-escalation mobilitandosi intanto in privato per la guerra", ha aggiunto.
Ci sono anche ulteriori informazioni che la Russia potrebbe "avanzare un falso pretesto in qualsiasi momento per giustificare un'invasione dell'Ucraina", ha detto ancora, citando come esempio una potenziale provocazione nella regione orientale ucraina del Donbas.
“Continua a sussistere il rischio di un'ulteriore aggressione militare da parte della Russia contro l'Ucraina ed è richiesto il massimo livello di vigilanza; non è stato ancora osservato un ritiro significativo delle truppe russe”.
E' quanto si leggeva ieri in una nota del governo tedesco dopo una telefonata tra il cancelliere Olaf Scholz e il presidente Usa Joe Biden. “Entrambi hanno convenuto che la situazione nella regione deve essere valutata come estremamente grave in vista del massiccio accumulo di truppe russe nella zona di confine con l'Ucraina", riferiva ancora una nota del governo tedesco.