Estremisti di destra si raduneranno domani, 10 febbraio, a Budapest, per celebrare "il Giorno dell'Onore", in varie città d'Italia ci saranno invece per tutta la settimana presidi e manifestazioni per chiedere la liberazione di Ilaria Salis.

Arrestata l'11 febbraio del 2023, è ormai un anno che la 39enne milanese è in carcere con l'accusa di aver partecipato a due aggressioni a militanti di estrema destra e di far parte di un'associazione terroristica nota come Hammerbande. È dal 1997 che neonazisti di mezza Europa si danno appuntamento in Ungheria per ricordare la battaglia che vide le SS combattere fino alla morte nell'assedio dell'Armata rossa a Budapest nel 1945.

Ed è proprio per partecipare alla contromanifestazione organizzata dagli antagonisti che Ilaria Salis andò nella capitale ungherese, per poi essere arrestata e iniziare la sua "discesa in questo mondo infero", come lei stessa ha definito la sua carcerazione nella sua ultima lettera intitolata appunto 'Dopo un anno siamo ancora qui' e definita "emotivamente molto provante per la famiglia" da suo padre Roberto.

"È stato l'anno peggiore della mia vita", spiega l'ingegnere di origini sarde che non si sarebbe mai aspettato che sua figlia "venisse accusata di cose così gravi e soprattutto che fosse per tutto questo tempo in quelle condizioni". Ricorda i primi giorni dopo l'arresto, "i peggiori perché non si capiva niente", e poi il primo incontro in carcere concesso solo molti mesi dopo, il 12 ottobre.

"Quasi penso sia colpa mia se dopo tutto questo tempo non è stata fatta alcuna azione per evitare le torture subite da Ilaria", spiega "demoralizzato e affaticato" perché dagli incontri avuti con le istituzioni non ha visto nessun passo avanti per sua figlia. Che resta in carcere in attesa della prossima udienza fissata il 24 maggio, mentre martedì prossimo a Milano verrà discussa l'estradizione di Gabriele Marchesi, l'altro militante anarchico accusato dall'Ungheria delle stesse aggressioni a cui avrebbe partecipato Salis.

Per entrambi la difesa è affidata agli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini, che valuteranno poi con i familiari di Ilaria il da farsi per tornare a chiedere i domiciliari per la 39enne. Nel frattempo, ci saranno cortei e presidi a partire da domani e poi ancora per tutta la prossima settimana per tenere alta l'attenzione su questo caso.

Già oggi una trentina di attivisti del Centro sociale Rivolta hanno occupato il consolato ungherese a Venezia. "Spero che domani e domenica non ci siano atti di violenza a Budapest nei confronti di nessuno - l'auspicio di Roberto Salis - e anche in Italia mi auguro che le cose mantengano il tenore che c'è stato finora. Anche a Venezia mi pare si sia manifestato nei limiti dell'accettabilità, ma queste situazioni generano spiriti emulativi che possono diventare dannosi per Ilaria".

Emuleranno i neonazisti ungheresi gli estremisti di destra che si troveranno domani a Varese per celebrare il 'Giorno del ricordo" dedicato alle foibe, con un presidio organizzato dal gruppo Do.Ra con la probabile replica di quanto visto sabato scorso durante il matrimonio di uno di loro: braccia tese e slogan fascisti. L'Anpi ha chiesto di cancellare l'evento e parteciperà alla contromanifestazione organizzata a poca distanza.