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Il grande appuntamento sarebbe dovuto essere per il 6 aprile a Caracas. Una serata di musica e festa che Jovanotti, purtroppo, non potrà più celebrare.
Le tensioni sociali e politiche che in questi giorni scuotono il Venezuela hanno costretto il cantante romano a cancellare questa importante tappa dal suo tour sudamericano. Gli scontri tra chi manifesta contro il governo Maduro e i sostenitori del presidente sono sempre più frequenti, l'ombra del golpe mina la stabilità del Paese a tal punto che la presenza di Jovanotti a Caracas poteva sarebbe potuta diventare problematica.
Sulla sua pagina Facebook, l'artista ha scritto rivolto: "La cancellazione di un concerto, di un evento festoso, per ragioni politiche e di ordine pubblico, è sempre una tragedia della libertà di espressione e di riunione, che sono due pilastri della convivenza democratica. Naturalmente la sicurezza del pubblico viene prima di tutto, ma è un vero peccato dover rinunciare alla musica, perchè la musica proprio in quanto bene “suprefluo” ha una natura libera, si fa carico delle emozioni, dei ricordi, delle speranze, della gioia, del sentimento, del racconto. Cose superflue, ma fondamentali, proprio perchè ti accorgi che mancano quando vengono impedite per qualche ragione.
Il concerto del 6 aprile è rimandato, vi faremo sapere la nuova data, che spero sia presto perchè vorrà dire che la musica può tornare in città, a viso aperto, per tutti quelli che la vogliono ascoltare.
Chiaramente la cancellazione del mio concerto è una piccola cosa, ila mia musica non è neanche così famosa in Venezuela, ma a quelli che volevano esserci, a me prima di tutto, dispiace, e io posso solo dirvi che aspetto una nuova data. Il concerto è solo rimandato.
Cosa succede in Venezuela? difficile farsi un’idea, le informazioni hanno sempre l’aria di non essere del tutto indipendenti, e dall’estero è molto difficile sapere quali sono i media attendibili, come potrà svilupparsi la situazione nel paese.
Da fuori non posso fare altro che inviare la mia solidarietà al popolo Venezuelano che chiede giustizia sociale e garanzie di pace anche nella sua forma più effimera come un concerto di rock’n’roll (del resto proprio il rock’n’roll ha un grande ruolo nella diffusione del concetto stesso di libertà durante tutto il 900 e oltre)."