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Quasi 100 ore, senza successo, impiegate dai soccorritori per cercare di liberare il piccolo Nam, il bimbo di 10 anni intrappolato in un un pozzo in Vietnam, nella provincia del delta del Mekong.
Ma il piccolo purtroppo non ce l’ha fatta. Un drammatico epilogo che ci fa rivivere i momenti terrificanti della storia di Alfredino Rampi del 1981 e, più recentemente, di quella di Ryan in Marocco.
L'incidente in Vietnam è avvenuto durante la vigilia di Capodanno: il piccolo Thai Ly Hao Nam si trovava vicino a un cantiere, dove stava cercando rottami metallici con gli amici, quando è precipitato dentro una conduttura di calcestruzzo larga appena 25 centimetri e profonda 35 metri.
Il piccolo, una volta caduto, ha gridato disperatamente aiuto e i soccorsi sono intervenuti quasi subito, ma già dallo scorso lunedì le squadre di emergenza non hanno più ricevuto nessun segno di vita.
Come riporta Tg Com 24, i soccorritori hanno continuato, nonostante tutto, a pompare ossigeno per giorni e cercare di allentare la terra attorno alla conduttura in modo che il bambino potesse essere tirato su con una gru.
Un team di medici locali è purtroppo giunto alla conclusione che il piccolo è morto a causa di vari fattori, tra cui la profondità del cratere, la durata dei soccorsi e le possibili lesioni subite durante la caduta.