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Economia, quanti italiani sanno cos’è l’estratto conto contributivo?

Monitorare l’estratto conto contributivo è una buona pratica

Economia, quanti italiani sanno cos’è l’estratto conto contributivo?

Di: Redazione


Cresce l’ignoranza finanziaria ed economica nel nostro paese, un problema che si riversa direttamente sui portafogli e sui diritti di tanti italiani.

Qualche segnale c’è, ma ancora troppo debole, così il livello di alfabetizzazione finanziaria degli adulti continua a essere basso nel nostro paese, creando problemi per lo sviluppo.

Lo dicono i dati della Banca d’Italia, che parlano sì di un aumento (dal 10,2 in una scala da 0 a 20 del 2020 si è arrivati al 10,7 del 2023) ma praticamente impercettibile. Ancora più basso il punteggio sulle competenze di finanza digitale, pari a 4,6 in una scala da 0 a 10, con punteggi maggiori tra gli adulti con oltre 34 anni e con un titolo di studio più elevato. A essere indagati sono concetti come l’inflazione, il tasso di interesse semplice e composto, la diversificazione del rischio, il potere d’acquisto.

Ma molti restano i buchi neri, diverse le zone d’ombra. Come quelle relative a cos’è e come si consulta l’estratto conto contributivo.  Si tratta di un documento rilasciato dall'INPS che riepiloga i contributi previdenziali versati da un lavoratore e dai suoi datori di lavoro ed è essenziale per calcolare l’importo della pensione e altre prestazioni previdenziali. I contribuenti possono accedere a questo documento attraverso il sito dell’INPS utilizzando le credenziali standard o SPID, oppure recandosi agli sportelli postali.

Monitorare l’estratto conto contributivo è una buona pratica dal momento che al suo interno troviamo i dati anagrafici del lavoratore, i periodi contributivi, le retribuzioni e le aliquote applicate. Verificare regolarmente l'estratto è importante quindi per correggere eventuali errori o omissioni e ottimizzare la propria strategia pensionistica, dal momento che, in caso di errori, è possibile inviare una richiesta di rettifica all'INPS.

Non conoscere tutto questo va a discapito, ovviamente, del contribuente. Così come essere poco alfabetizzati in finanza va a colpire i portafogli delle famiglie e la capacità di investimento delle persone.

Negli ultimi 24 anni le crisi finanziarie in Italia hanno causato la perdita di 52,7 miliardi di euro, coinvolgendo 1 milione e 487 mila risparmiatori. La ricerca, condotta dal sindacato Uilca, evidenzia come l’ignoranza finanziaria sia tra le principali cause di queste perdite. Una responsabilità che ricade non solo sui risparmiatori, spesso poco informati, ma anche sugli intermediari finanziari, che hanno venduto prodotti inadatti a persone senza le necessarie competenze.

Per rimettere in moto la propria economia, insomma, serve conoscenza. Dei propri diritti, innanzitutto. E delle proprie opportunità.

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