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Il papà di Laura, la bambina di cinque anni deceduta a seguito dello schianto di un veicolo delle Frecce Tricolori avvenuto ieri a San Francesco al Campo (Torino), è stato dimesso dall'ospedale, ed è uscito su un'auto dei Carabinieri raggiungendo il vicino ospedale infantile Regina Margherita, dov'è ricoverato nel reparto di rianimazione l'altro figlio di 12 anni, anche lui rimasto ferito. Resta al Cto la mamma della piccola.
"Il papà ha ripercorso molte volte ciò che è successo ieri chiedendosi cosa poteva fare di diverso". Così in ambienti medici hanno parlato di Paolo Origliasso, il padre di Laura, la bimba di cinque anni morta nello schianto di un veicolo delle Frecce Tricolori ieri a San Francesco al Campo (Torino), portato all'ospedale Cto di Torino per le ustioni riportate nell'incidente. L'uomo è stato dimesso stamani. La moglie resterà invece ancora al Cto perché le ustioni che ha riportato (in prevalenza al braccio destro) sono più estese e con ogni probabilità richiederanno un intervento di chirurgia plastica. Su entrambi è stato attivato fin dall'immediatezza, dal servizio di soccorso 118, un supporto di tipo psicologico. "In casi come questi - ha osservato Maurizio Berardino, capo dipartimento anestesia e rianimazione della Città della Salute - è necessario verificare che non ci siano lesioni più subdole, meno evidenti. Ma gli accertamenti sono stati tranquillizzanti".
"Sono profondamente addolorato per quello che è successo, sto solo pensando alla piccola Laura". È quanto ha detto ai suoi colleghi, ancora molto scosso e turbato, il maggiore Oscar Del Do', il pilota della Freccia Tricolore che ieri si è schiantata al suolo nei pressi dell'aeroporto Torino-Caselle e che ha portato alla morte di una bambina di cinque anni. A quanto si è appreso, durante gli istanti prima dell'impatto il pilota ha cercato di posizionare l'aereo in modo che evitasse le case.
Ha trascorso una "notte tranquilla" nell'ospedale infantile Regina Margherita, a Torino, il dodicenne coinvolto nello schianto di una Freccia Tricolore a San Francesco al Campo. Lo riferiscono fonti sanitarie. Il ragazzo - ricoverato con ustioni che hanno interessato quasi il 30% della superficie corporea - ha cominciato stamani il graduale risveglio dalla sedazione. Le condizioni cliniche del dodicenne sono definite "buone". "Lo stato generale - osservano dall'ospedale - non lascia preoccupati i medici, al netto delle ustioni che seguiranno il loro percorso di cura". E' stato attivato un supporto psicologico con l'assistenza di una specialista di casi pediatrici.
La giornata di festa da passare con lo sguardo incollato al cielo si trasforma in dramma. Un velivolo delle Frecce Tricolori si schianta al suolo, esplode e coinvolge una famiglia di passaggio in automobile. Una bimba di cinque anni perde la vita, mentre il fratello di dodici anni, insieme alla mamma e al papà, finiscono in ospedale. Anche il pilota dell'aereo, che si è salvato attivando il dispositivo di espulsione dalla cabina un istante prima dell'impatto, viene ricoverato. Nessuno è in gravi condizioni.
La tragedia poco prima delle 17 nei pressi dell'aeroporto di Torino-Caselle, da dove la pattuglia era appena decollata alla volta di Vercelli. Doveva partecipare a un air-show ed era attesa da non meno di quattromila spettatori.
Una prima ipotesi parla dell'urto dell'apparecchio con uno stormo di uccelli. Un 'bird stroke', come si dice in gergo. Il velivolo, chiamato Pony 4, stava sfrecciando con quattro compagni in una formazione a triangolo di cui occupava l'ultimo posto della 'coda' di sinistra. Il pilota alla cloche, il maggiore Oscar Del Do', avrebbe comunicato al caposquadra di avere un problema al motore e di doversi sganciare. L'apparecchio - si vede dai video subito circolati in rete - procede inizialmente in linea retta, poi all'improvviso diventa ingovernabile e perde quota. E' una questione di frazioni di secondo. Subito prima che il muso punti verso il suolo il maggiore si lancia nel vuoto. Mentre il paracadute si apre, Pony 4 picchia per terra, esplode e continua a strisciare a folle velocità in una coltre di fumo e di fiamme. In quel momento sulla strada che costeggia il perimetro dell'aeroporto sta passando un'automobile con una famiglia diretta verso casa, a San Francesco al Campo. "Ho sentito un grosso rumore", dirà in seguito il papà. Non è ancora chiaro se c'è stato un contatto con l'aereo. In ogni caso la vettura esce dalla carreggiata, si ribalta e si incendia. La bimba muore. Il fratellino dodicenne riporta ustioni di secondo grado su circa il 15% della superficie corporea. Lo portano all'ospedale infantile Regina Margherita, dove arriva cosciente. Non ha lesioni considerate 'importanti' dai medici ma in ogni caso lo sedano e lo ricoverano in rianimazione. La prognosi non viene sciolta. Con lui c'è la mamma, che però viene trasferita al Cto: le sue ustioni (12-13%) sono concentrate sul braccio destro. Il padre, quarantanovenne, ha ustioni sul 4% del corpo in prevalenza sul palmo della mano sinistra; la prognosi per lui è di 20 giorni.
Verso iscrizione nel registro degli indagati
Con ogni probabilità sarà iscritto nel registro degli indagati della procura di Ivrea il nome del pilota del velivolo della pattuglia delle 'Frecce Tricolori' che ieri si è schiantato a San Francesco al Campo provocando la morte di una bimba di 5 anni. Il passaggio è infatti imposto dalla procedura perché è necessario disporre una serie di accertamenti tecnici irripetibili. L'atto non comporta accuse specifiche o attribuzioni di responsabilità.