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Doveva essere uno spettacolo commovente di armonie vocali e intesa artistica, e così è stato. Il duetto di Mahmood col tenore "Remunnu 'e Locu" di Bitti ha regalato al pubblico della 74^ edizione del Festival di Sanremo un momento di arte pura, tra la dolcezza canora e gli acuti dell'artista di origini sarde e i suoni antichi e gutturali della formazione barbaricina. A rendere il tutto ancora più unico, le parole di Lucio Dalla e della sua Come è profondo il mare.
Al termine dell'esibizione, sottolineata da Amadeus che ha salutato il tenore di Bitti e l'Isola, Mahmood, con la bandiera dei quattro mori sulle spalle, ha ringraziato l'Ariston così: "Dedico questa canzone alla Sardegna e a mia madre". La madre dell'artista, infatti, è originaria di Orosei e lo stesso cantante è profondamente legato alla sua terra.
I Tenores di Bitti hanno aperto l'esibizione con una evocativa strofa tratta da una poesia in lingua sarda: "Finis, de s'Oceanu violentu / Currer dias sas abbas piùs malas", che tradotto significa "Sulla somma dell'oceano violento correrei le acque più feroci". La frase sottolinea la forza del sentimento, che riesce a far superare anche le situazioni più difficili, le tempeste e il mare violento della vita.