Ha ricevuto la prima dose del vaccino Pfitzer venerdì alle 12.30, ma le prime avvisaglie di un malore sono arrivate sabato pomeriggio: formicolio in tutto il corpo, respirazione faticosa e conseguente desaturazione, nausea e vomito. La donna, un’infermiera di 58 anni dell’Aias di Belvì, è stata così portata alla guardia medica in servizio ad Aritzo, dove è stata sottoposta a un trattamento di emergenza con adrenalina e cortisone. Alla fine del trattamento, il medico ha chiamato il 118 per il trasporto in ospedale a Nuoro.

Sono ancora in corso le analisi per capire se la causa del malore sia direttamente riconducibile al vaccino. Secondo quanto si apprende, la donna non avrebbe allergie o patologie evidenti.

Il marito dell'infermiera ha raccontato anche dell'odissea per raggiungere l'ospedale più vicino a 80 chilometri di distanza. "Siamo arrivati di notte e abbiamo trovato un solo medico, un infermiere e due Oss per una lunga fila di pazienti - ha detto il marito all'Ansa -. Hanno sottoposto mia moglie ai prelievi e alle due di notte mi hanno richiamato per andarla a riprendere, la avevano dimessa con la prescrizione di una serie di visite: risonanza magnetica, cardiologica e neurologica. Visite che dovrà fare in parte a pagamento tra Cagliari e Nuoro. Ora io dico - prosegue -: noi siamo lontano da tutto ma abbiamo la possibilità economica e i mezzi per sottoporci a lunghi viaggi. Ma chi non può farlo? E c'è un altro problema: mia moglie sarebbe potuta essere tenuta in osservazione in ospedale visto che costituisce un precedente per la campagna di vaccinazione in corso e sarebbe servito studiare il suo caso. Purtroppo, questo non è stato. Mia moglie non sta ancora bene - conclude il marito - ma dopo la nostra esperienza è meglio stare in un luogo vicino al Pronto Soccorso".