La comunità di Orune è lacerata dal dolore dopo il triste fatto di sangue avvenuto la scorsa settimana nel centro barbaricino. Gli orunesi, in particolare, si sentono feriti nell’orgoglio dall'attacco mediatico e dalla continua riproposizione di concetti come “codice barbaricino” o “omertà” che vengono accostati al paese da parte della stampa e di chi, lamentano in tanti, “fino a ieri non sapeva neanche dell’esistenza di Orune e ora, in due giorni, ha capito cos’è e com’è la vita in paese”.

Dopo la trasmissione Quarto Grado, che ieri sera si è occupata dell'omicidio di Gianluca Monni, sul gruppo Facebook Ammentos de Orune, nel corso di un’aspra discussione, gli orunesi si sono detti stanchi di tante chiacchiere augurandosi che qualcuno prendesse pubblicamente le difese del paese.

Così, questa mattina, abbiamo intervistato il sindaco di Orune, Michele Deserra, che ha risposto con assoluta chiarezza e decisione: “Ho fatto già le mie dichiarazioni alla stampa regionale e nazionale. Se poi i giornalisti non mi capiscono e la stampa si divide in mille versioni non è colpa mia. Dopo la tragedia abbiamo bisogno di un attimo di riflessione e silenzio, se qualcuno lo prende come un disagio omertoso è una sua interpretazione. Rispettino il dolore!”.

E ancora: “In questi giorni ci sentiamo presi d’assalto dalle telecamere, questo dà fastidio. Vi chiediamo di abbassare i riflettori e lasciare lavorare gli inquirenti piuttosto che darci in pasto all’opinione pubblica. Nessuno di noi vuole essere omertoso, le vere vittime di questa vicenda sono la famiglia del ragazzo e tutti gli orunesi onesti che, come ho detto, vogliono solo riflettere in silenzio. Qualcuno ci gioca, lo so, per la necessità di fare notizia a tutti i costi. Ovviamente i giornalisti hanno le loro esigenze, ma alle esigenze nostre non ci pensa mai nessuno. Chiediamo solo rispetto per Orune.”