Un intervento di circa 2,5 o 3 milioni di euro per adattare l'ex carcere di massima sicurezza di Macomer a Centro di permanenza per i rimpatri, su richiesta urgente del Ministero degli Interni da completare in 12 o 14 mesi. Ma secondo le ultime direttive, dettate dalle esigenze degli sbarchi non programmati nel Sulcis, i tempi potrebbero essere dimezzati.

La Sardegna si prepara ad accogliere i migranti non programmati, ovvero gli algerini che arrivano nel Sulcis, che a fine settembre sono sbarcati in oltre 380 in 48 ore, circa 1300 dall'inizio dell'anno. "Le progettazioni, la ristrutturazione e adattamento dell'ex carcere è in mano ad Invitalia per tramite del Ministero degli Interni", spiega all'Adnkronos il sindaco di Macomer Antonio Onorato Succu, in merito al Cpr destinato ad accogliere i migranti irregolari che arrivano in Sardegna. Ma i tempi, vista la sollecitazione e "l'urgenza del Ministero degli Interni potrebbero essere accorciati a 6 o 8 mesi".   Si tratta di una struttura di massima sicurezza, l'ex carcere, che fino ad alcuni anni fa ospitava pericolosi terroristi, "anche 120, tra detenuti condannati appartenenti ad organizzazioni terroristiche internazionali di matrice islamica o per pirateria internazionale, ma è chiusa ormai da 3 anni".

Sarà destinata ad "accogliere tra gli 80 e i 100 migranti", spiega Succu. "Noi non ci occupiamo né di tempi e tantomeno di appalti, che sono tutti in capo al Ministero degli Interni, ma facciamo prima di tutto un servizio alla Sardegna (sarà l'unico Cpr, ndr), poi al Ministero. Per questo chiediamo, in un'ottica di collaborazione, rispetto e tutela del territorio", afferma Succu.   "Abbiamo aderito al programma Sprar come Unione dei Comuni del Marghine e chiediamo che non vengano attribuite al territorio ulteriori quote di migranti non programmate. Abbiamo programmato l'accoglienza diffusa per 81 persone nei sette comuni che hanno aderito al progetto. C'è da considerare che il territorio va tutelato e protetto. Non vogliamo gente che stia con le mani in mano. Noi da tempo abbiamo chiesto e ottenuto l'integrazione diffusa dei migranti, a patto che ci siano ricadute economiche per il territorio".