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Il primo “componidori” donna della Sartiglia di Oristano se n’è andata a causa di un male più impetuoso delle corse che amava inseguire, dei cavalli che per tutta la vita hanno nutrito la sua più grande passione, della forza di volontà che ha caratterizzato ogni scelta della sua vita sempre accesa da entusiasmo e comunicativa.
Nel 1973 ha scritto il suo nome nella storia di una delle più belle “giostre” equestri del mondo, indossando quei panni e la maschera che fino a quel momento soltanto gli uomini avevano ostentato, centrando la stella con la spada e con “su stoccu”.
«Sono stata la prima donna in assoluto a partecipare alla manifestazione. – amava raccontare - Il mio ingresso da sartigliante non è stato facile, benché fossi nata nell’ambiente sostenendo fin da bambina che un giorno avrei fatto “su componidori”. Una volta entrata nel gruppo sono diventata semplicemente un cavaliere. Qualcuno, dopo la corsa, citò una profezia di Nostradamus: “Quando una donna violerà la solenne corsa, la città alla bocca degli stagni diventerà grande”. L’anno dopo Oristano divenne capoluogo di provincia».
Non poteva essere altrimenti: la sua tenacia avrebbe scardinato qualsiasi pregiudizio per qualunque scelta avesse voluto intraprendere nella sua vita.
«Nella città di Eleonora non può suscitare stupore una donna che diventa “componidori”: sotto quella maschera non siamo più né uomini né donne, ma divinità».
A Sorradile, nel 2016, aveva presenziato in qualità di ospite d’onore all’evento “Note rosa”, organizzato dal Gruppo Folk “Serra Ilighes” e condotta da me, per dire basta al femminicidio e a qualsiasi violenza fisica e morale contro le donne.
Tra noi due, quella sera, era scattata un’istintiva simpatia sfociata in un ballo a “telecamere accese” e proseguita con un “dialogo” rinforzato in seguito alla conduzione “a due voci” che ci vide complici nella Sartiglia del 2017, indiretta, per Sardegna Live.
Avrei voluto conoscerla da sempre e sono sicuro che mai avremmo smesso di frequentarci, se solo il destino avesse deciso diversamente.
La notizia della sua scomparsa vela tutti di tristezza: Annadina amava stare tra la gente, era rispettata per la sua schiettezza, per il generoso trasporto con cui si apriva agli altri, per la fierezza con cui ha sempre difeso e rappresentato la città della quale ha saputo scrivere una pagina di storia.
Grazie di tutto il bello che hai dato. Vola in alto!
Giuliano Marongiu