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Erano le 19 di ieri, 23 dicembre, quando Marcello Tillocca, 42enne algherese, ha chiamato il suo avvocato Stefano Carboni: "Avvocato, ho ucciso Michela, mia moglie". L'uomo ha espresso subito la volontà di costituirsi e così, poco dopo essersi confrontato col proprio legale, si è recato presso la caserba dei carabinieri e davanti e al magistrato Mario Leo ha confessato di aver commesso l'efferato omicidio. "Ci stavamo separando, abbiamo discusso, l'ho strangolata con le mie mani".
Michela Fiori, 40 anni, dipendente di una cooperativa che cura l'assistenza domiciliare per conto dei Servizi sociali del Comune di Alghero, madre di due bambini di 11 e 13 anni, è stata uccisa dal marito nella casa di famiglia in via Vittorio Veneto.
Secondo quanto emerso, Michela, una ventina di giorni fa si sarebbe rivolta al centro antiviolenza per raccontare dei maltrattamenti subiti dal coniuge. La Procura di Sassari, però, ha comunicato che a differenza di quanto trapelato inizialmente non risultano presentate alla polizia denunce, esposti o querele aventi ad oggetto minacce, aggressioni o atti intimidatori posti in essere da Tillocca nei confronti della vittima.