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Sono stati trovati ieri mattina dei resti di cadavere in località Cumbua, nel compendio minerario di Montevecchio ad Arbus.
A fare la scoperta e ad allertare le forze dell’ordine è stato un cercatore di funghi che durante la sua escursione ha notato diversi frammenti. Sul posto da Cagliari sono arrivati i medici dell’Istituto di Medicina legale che hanno raccolto i resti per poi portarli al Policlinico di Monserrato, dove verranno eseguiti tutti gli accertamenti.
La scoperta è stata fatta proprio nella zona in cui tre anni fa persero le tracce di Pietro Arrius. Era il 12 maggio 2019.
La moglie, Caterina Deiana, e il figlio, oggi 18enne, sono andati avanti a stento in questi tre lunghissimi anni di silenzi, di profondo dolore, caratterizzati da una ricerca costante di risposte. Secondo quanto appreso da Sardegna Live, dopo i ritrovamenti dei resti di cadavere la signora, sostenuta dall’avvocato Gianfranco Piscitelli, presidente di Penelope Sardegna, sarebbe stata contattata dai carabinieri.
“Vivere così le garantisco che è peggio di un cancro che ti consuma piano piano”, ci aveva raccontato la moglie di Pietro Arris che attraverso il nostro giornale aveva lanciato un accorato appello: “Aiutateci. Io ho un figlio, all’epoca era minorenne, è grazie a lui che sono ancora in piedi. Voglio sapere cosa è successo a mio marito, una persona d’oro. Devo fare di tutto per ritrovarlo, sto davvero male”.
Da quel 12 maggio la vita di Caterina è stata stravolta. Si è sempre data da fare per la famiglia, ma ha smesso di lavorare, schiacciata da un carico insopportabile di sofferenza, angoscia e disperazione. Vuole conoscere la verità.
“Pietro è una persona che ha sempre lavorato, una persona che non mi ha mai mancato di rispetto. È una persona buona che tutti conoscono. Finché ne avrò le forze devo cercarlo – ci aveva detto -. Se qualcuno ha visto, se sa qualcosa, se ha sentito qualcosa, se qualcuno gli ha dato un passaggio o portato da qualche parte parli. Io devo sapere. Così non si può andare avanti. Sono disperata e voglio sapere dove è mio marito. È un essere umano, ha il diritto di tornare a casa, da me e da suo figlio”.
Pietro Arrius, si allontanò da Arbus e raggiunse Montevecchio, centro minerario a circa sette chilometri di distanza. Un posto che lo scomparso conosceva molto bene. Se percorse questa strada a piedi o in macchina, perché magari qualcuno gli diede un passaggio, non lo sappiamo, ma la certezza che sia arrivato a Montevecchio è data da diverse testimonianze. C’è una persona che lo vide e lo salutò mentre lasciava Arbus e camminava, qualcuno poi parlò di averlo visto intorno alle 20, seduto su un muretto del borgo e sugli scalini della chiesa. Poi il nulla. Le ricerche sono durate un paio di mesi circa, ma dell’uomo non è stata mai rinvenuta alcuna traccia.
L’avvocato Piscitelli ha sempre sostenuto: “A mio avviso andrebbero riaperte le ricerche e non andrebbe esclusa nessuna ipotesi. Perché Pietro Arrius è andato a piedi a Montevecchio? Cosa cercava? Aiuteremo Caterina a cercare la verità su questa scomparsa. Chi dimentica cancella e noi non dimentichiamo”.