PHOTO
È evaso nella notte dal carcere di Badu 'e Carros a Nuoro Marco Rapuano, classe 1984, boss della Sacra Corona Unita. Rapuano, detto "Pallone" o "Woolrich", è esponente di punta della mala garganica (clan dei Montanari) e stava scontando la pena sotto il regime di alta sicurezza nel carcere barbaricino, dove sarebbe dovuto rimanere fino al 2046.
Secondo quanto ricostruito, l'uomo si sarebbe calato al di fuori del penitenziario mediante un lenzuolo. Nel pomeriggio era ancora presente alla conta. Poi è sparito.
È caccia all'uomo in tutto il territorio. Rapuano ha plurime condanne per omicidio, violazione delle leggi sulle armi e altri reati. Di recente il boss è stato condannato in via definitiva per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, aggravata dal metodo mafioso e dall’impiego di armi. A suo carico anche un altro processo ancora aperto che lo vede, tra le altre cose, accusato di aver partecipato all’omicidio nel 2017 di Giuseppe Silvestri assassinato all’alba del 21 marzo 2017, a Monte Sant’Angelo.
Le reazioni - Cireddu (UIL): “È una sconfitta per l’amministrazione penitenziaria e per l’intero sistema, il personale di Polizia Penitenziaria ed il Direttore, nonostante le denunce sindacali sono stati letteralmente abbandonati”
“È stata un’evasione rocambolesca, con dinamiche da film. Il detenuto aveva possibilità di movimento in quanto svolgeva attività lavorative all’interno dell’Istituto ed ha avuto il tempo per studiare i punti deboli del carcere dovuti alla carenza organica di Polizia Penitenziaria. Dalle prime ricostruzioni è emerso, infatti, che ha aspettato il momento propizio per annodare delle lenzuola e arrampicarsi nel muro di cinta per poi lanciarsi dall’alto con un volo di diversi metri”. A raccontarlo è Michele Cireddu, segretario regionale della UIL PA Polizia Penitenziaria della Sardegna.
“Nel turno in cui è avvenuta l’evasione sono stati soppressi dei posti di servizio a causa delle assenze imprevedibili ed impreviste, ma con una maggiore possibilità organica si poteva garantire una diversa programmazione, garantendo l’impiego nei turni di un numero di uomini sufficiente, anche per sopperire alle assenze improvvise. Abbiamo in più occasioni denunciato l’inadeguatezza dei livelli di sicurezza dell’Istituto nuorese, dove strumenti e mezzi sono inadeguati e dove persiste una carenza organica di Polizia Penitenziaria importante”.
“La carenza di Sovrintendenti e di Ispettori – continua Cireddu - raggiunge percentuali che raggiungono l’80% rispetto l’organico previsto dalle tabelle dipartimentali. Il ruolo degli Agenti Assistenti vede la sottrazione di decine di unità impiegate nel nucleo cinofili e al Gruppo operativo mobile che hanno sede nello stesso Istituto ma sottratti ovviamente al quadro permanente”.
“Inoltre, nonostante non sia più presente una sezione femminile il Dipartimento continua ad assegnare Poliziotte che non possono essere impiegate ovviamente in tutti i posti di servizio in un carcere dove la popolazione detenuta è esclusivamente maschile. Ora auspichiamo che l’Autorità Giudiziaria che dovrà accertare i fatti, valuti le responsabilità di un Amministrazione centrale che non ha assicurato nessun intervento a seguito delle denunce sindacali, dove sono state dettagliatamente evidenziate le varie lacune strutturali e la grave carenza organica”, conclude Cireddu.