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Una giornata, quella di martedì 28 gennaio 2020, all’interno del Carcere minorile di Quartucciu, che ha come scopo principale quello di creare un collegamento con l’esterno, attraverso la presentazione della solidarietà resa in occasione del sisma Centro Italia che può essere certamente un momento di incontro con la comunità e stimolare alla riflessione e all’inclusione sociale.
Così, il Ministero della Giustizia - Dipartimento Minorile della Sardegna, in stretta sinergia con la direzione Ipm (Istituto Minorile Quartucciu) e la Polizia Penitenziaria, hanno acconsentito lo svolgimento della manifestazione.
“Durante questi importati momenti – spiega Emilio Garau, della la Prociv Italia – noi e gli Istentales avremo due importanti obiettivi da raggiungere. Il primo è quello di dimostrare alla comunità che anche in un carcere “c‘è qualcosa di estremamente positivo”. Il secondo punto, attivare una riflessione con la comunità sulla vita carceraria al fine di far diminuire lo status di invisibilità del giovane detenuto ovvero cercando di abbattere la barriera innalzata dall’ignoranza e dalla paura. Il raggiungimento di questi obiettivi può contribuire a porre le basi culturali necessarie per la possibilità di reinserimento del giovane detenuto nel tessuto sociale dopo un adeguato trattamento rieducativo e l’espiazione della pena.
La solidarietà va oltre le emergenze
In una società indaffarata e iperstimolata come quella odierna la pratica del dono, per quanto radicata nel dna e nell’evoluzione storica della nostra civiltà, risente di un effetto normalità che spesso la condanna al silenzio. Non che la cosa di per sé debba stupire: il bene si fa e non si dice, era un tempo l’insegnamento. E a giudicare da statistiche e sondaggi, a conti fatti, la generosità degli italiani non pare in discussione.
Il punto, però, è un altro. La solidarietà non è una variabile indipendente dai meccanismi della comunicazione: si accentua in presenza di forti sollecitazioni e, allo stesso modo, rischia di finire sotto traccia nella quotidianità. Sono le grandi emergenze, le crisi acute, i casi mediaticamente illuminati a fare da moltiplicatore, mentre le storie di quotidiano bisogno danno riscontri inferiori. Semplificando un pò si potrebbe dire che, così come i cambiamenti climatici, anche i flussi delle donazioni vanno soggetti a oscillazioni sempre più accentuate.
Comunque sia, il messaggio che giunge dalle innumerevoli iniziative poste in essere durante e dopo un evento calamitoso è che la cultura del dono si mantiene viva e diffusa nel nostro Paese, con le naturali caratteristiche di gratuità e libertà che sono in grado di affrancarla da specifiche logiche di emergenza.
Sa Paradura, una grande festa di amicizia e solidarietà
A distanza di qualche mese dal terremoto che il 24 agosto e poi 30 ottobre 2016 ha devastato il Centro Italia, è stata progettata una iniziativa capace di perseguire principalmente i seguenti obiettivi, quello di tener viva l'attenzione su quell'area geografica; raccogliere ulteriori beni e fondi da destinare alle popolazioni colpite; sostenere la capacità di ripresa alla normalità della comunità.
A seguito delle violenti scosse che hanno duramente colpito il Centro Italia, l'Associazione Nazionale Prociv Italia su disposizione della Presidenza Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile ha svolto la propria opera emergenziale in favore della popolazione del Comune di Cascia e sue frazioni.
Tre lunghi mesi in cui le attività legate all’emergenza si sono amalgamate con i rapporti umani tra Volontari e cittadini locali. Questo legame forte ha fatto scaturire una miriade di iniziative benefiche. Tra le tante spicca quella effettuata dall’uno al tre aprile 2017 denominata “Sa Paradura - mille pecore per Cascia".
Sa Paradura, è un pilastro della cultura agropastorale della Sardegna. Un gesto di solidarietà comunitaria che ricalca la tradizione della società pastorale. Un’usanza sarda antichissima che affonda le sue radici nella notte dei tempi:
“per dare un aiuto concreto a un allevatore
colpito da una disgrazia era consuetudine
offrire, da parte dei pastori del circondario,
una pecora per contribuire a rimettere in piedi
l’azienda del malcapitato.”
Uno strumento vecchio ma sempre vivo che ora Prociv Italia, Istentales e i pastori sardi hanno voluto estendere oltre Tirreno ai colleghi di Cascia colpiti dal terremoto. Una rete di solidarietà che ha percorso in lungo e largo tutta la Sardegna.
L’intensa opera di fratellanza e gemellaggio ha avuto il suo proseguo in Sardegna. Giugno 2018, Comune di La Maddalena, in occasione della manifestazione culturale/musicale "Voci di Maggio", i Pastori di Cascia hanno riportato in Sardegna alcuni agnellini nati dalle pecore sarde e una Statua di Santa Rita donata in tale occasione alla Prociv Italia in segno di riconoscenza e gratitudine per l’opera svolta durante il sisma.
Agosto 2018, Comune di Nuoro, in occasione della "Sagra del Redentore", la delegazione di Cascia, unitamente alla Prociv Italia e Istentales, hanno donato gli agnelli ad alcuni Pastori che durante l'anno 2018 hanno avuto varie difficoltà.
Marzo 2019, Comune di Assemini, la delegazione civile e religiosa di Cascia con le Reliquie di Santa Rita, alla presenza del Capo Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza Consiglio dei Ministri e a numerose Istituzioni civili e religiose locali, dopo cerimonia solenne hanno posizionato all’interno della Chiesa di San Pietro in Assemini la Statua di Santa Rita donata alla Prociv Italia in segno di riconoscenza e gratitudine per l’opera svolta durante il sisma.
“Sarebbe opportuno – aggiunge Emilio Garau - che in questa società moderna fossero più diffusi i valori di fratellanza e solidarietà perché in questo modo si riuscirebbe a vivere meglio senza tanti scontri e tanto odio. Certo raggiungere questo ideale è estremamente difficile, si potrebbe tuttavia migliorare dando più spazio ai sentimenti positivi, per provare a vivere meglio. La solidarietà è un valore antico, ma anche in una società moderna e avanzata come la nostra ci dovrebbe essere il posto per gli antichi valori perché con essi si può migliorare il futuro”.