PHOTO
È accusato da 33anni di aver assassinato tre pastori in quella che fu soprannominata "la strage di Sinnai", avvenuta l’8 gennaio 1991. A fare il nome di Beniamino Zuncheddu, nelle vesti di assassino, fu l’unico sopravvissuto Luigi Pinna, 62 anni, che oggi ritratta e racconta ai giudici: “Il killer era irriconoscibile, la polizia mi disse che Zuncheddu era il colpevole”. Parole che farebbero cadere la prova-regina di una condanna all’ergastolo.
I FATTI – L’8 gennaio del 1991, subito dopo la strage, Luigi Pinna fu soccorso e, proprio in quei momenti disse: “Il killer aveva il volto coperto da una calza”. Una dichiarazione che ritrattò 40 giorni dopo, quando disse di aver riconosciuto Zuncheddu. Oggi Pinna, stanco e logorato dalla vicenda, ha rilasciato una testimonianza toccante nel quale ha detto: “Non ce la faccio più, sto impazzendo, vorrei morire. In questi anni sono stato minacciato varie volte”
ZUNCHEDDU È INNOCENTE? – E così Luigi Pinna, davanti ai giudici della Corte d’Appello, ha raccontato (dopo 32 anni) quel che accadde durante le indagini della strage per cui Zuncheddu fu l’unico accusato.
“Il killer era irriconoscibile, aveva una calza sul volto. Prima di effettuare il riconoscimento dei sospettati, l’agente di polizia che conduceva le indagini mi mostrò la foto di Beniamino Zuncheddu e mi disse che il colpevole era lui. Andò così”. E con rammarico Pinna ammette: “Ho sbagliato a dare ascolto alla persona sbagliata. Penso che quel giorno a sparare furono più persone, non solo una. Con un solo fucile non puoi fare una cosa del genere”.
LA SPERANZA DI LIBERTÀ – Beniamino Zuncheddu, che oggi ha 59 anni, si è sempre proclamato innocente. A sostenerlo anche un intero paese, Burcei, che reputa l’uomo da sempre innocente. Augusta Zuncheddu, sorella dell’imputato ha dichiarato: “Lotterò fino all’ultimo respiro per la scarcerazione di Beniamino”.