Una grande festa con auto, clacson, fuochi d'artificio e l’abbraccio fortissimo di tutti i suoi compaesani, ma non solo. Così è stato accolto nella sua Burcei Beniamino Zuncheddu, l'ex allevatore 58enne in carcere da 32anni, condannato in via definitiva all'ergastolo per il triplice omicidio dell'8 gennaio del 1991, quando sulle montagne di Sinnai furono uccisi tre pastori e una quarta persona rimase gravemente ferita.

La notizia della sua scarcerazione è stata diffusa dal suo avvocato Mauro Trogu che aveva presentato istanza per la libertà condizionale. Zuncheddu, che da sempre si proclama innocente, era attualmente in regime di semilibertà nel carcere di Uta: usciva per lavorare ma doveva ritornare in cella la sera.

Beniamino Zuncheddu è dunque tornato libero grazie a un'ordinanza della Corte d'Appello di Roma che ha accolto la richiesta del suo avvocato Mauro Trogu, nel processo di revisione in corso nella Capitale. La garante dei detenuti Irene Testa è andata in carcere a Uta per prenderlo e portarlo in paese. "Sono molto contento di lasciare il carcere dopo quasi 33 anni che sono stati lunghissimi", le prime parole di Beniamino Zuncheddu raccolte proprio da Irene Testa. Felice ma disorientato: "non so cosa farò per prima cosa: ora sto pensando alla libertà e a non tornare mai più in cella. Aspetto il giorno della sentenza per arrivare a quella verità che ho sempre dichiarato e chiesto". Le prossime udienze nel processo di revisione per Zuncheddu, davanti alla Corte d'Appello di Roma, si terranno il 30 novembre e il 12 e 19 dicembre.

Ieri sera a Burcei, ad attendere il rientro di Zuncheddu c’era l’intera comunità e non solo. “Custa est domu tua”, “Finalmente libero”, “Sa bidda tua esti in allegria, torra a sa domu de Brabara e Maria”, le scritte sugli striscioni appesi per il 58enne scarcerato dopo 32 anni. VIDEO IN BASSO

IRENE TESTA

“Mi avete regalato delle bellissime emozioni stasera. Siete un meraviglioso paese, fatto di bella gente. Fiera della mia terra. Questa serata rimarrà tra i miei ricordi più belli. Viva la libertà. E adesso aspettiamo l'assoluzione per ritrovarci ancora insieme. A presto.”

Il SINDACO

"Forse è uno dei giorni più belli della storia di Burcei. Un'emozione unica", ha commentato il sindaco di Burcei, Simone Monni. “Ringrazio pubblicamente tutte le persone che hanno creduto a Beniamino e si sono affiancate a noi in questa battaglia, e l'avvocato Trogu con la sua famiglia, che ha fatto un grande lavoro sia con la testa che con il cuore".

LA SVOLTA NEL PROCESSO DI REVISIONE

La vera svolta è arrivata nell'ultima udienza davanti ai giudici capitolini. Luigi Pinna, 62 anni, unico superstite della strage di Sinnai avvenuta in Sardegna nel 1991 aveva testimoniato in aula che "prima di effettuare il riconoscimento dei sospettati, l'agente di polizia che conduceva le indagini mi mostrò la foto di Beniamino Zuncheddu e mi disse che il colpevole della strage era lui". Per il caso di Zuncheddu si era mossa l'intera comunità di Burcei, a partire dal sindaco Simone Monni, con manifestazioni e presidi in paese e davanti al tribunale di Cagliari, insieme alla Garante regionale delle persone private della libertà personale, Irene Testa. In campo anche il Partito Radicale che ha promosso diverse manifestazioni, l'ultimo un sit-in davanti al tribunale di Roma in occasione dell'udienza del processo di revisione.

SOSPENSIONE DELLA PENA

La "nuova prova" rappresentata dalle intercettazioni ambientali e telefoniche ma anche il "travaso" di informazioni dall'ex poliziotto che ha seguito il caso all'unico superstite del triplice omicidio di Sinnai nel 1991, sono tra i principali elementi che hanno portato alla "sospensione dell'esecuzione della pena" decisa dalla Corte d'Appello di Roma nei confronti di Beniamino Zuncheddu, da 32 anni in carcere a Cagliari e scarcerato oggi. È quanto emerge dall'ordinanza dei giudici che erano riuniti in camera di Consiglio. Secondo la corte, infatti sono divenuti "realtà processualmente accertata" sia "il fatto storico dell'avere" l'ex poliziotto "segretamente mostrato a Pinna (Luigi Pinna, 62 anni, unico superstite della strage di Sinnai, ndr) la fotografia di Zuncheddu", sia "l'aspetto dell'avere indotto Pinna a sostenere che quello era lo sparatore da lui visto in viso ed a tacere che aveva già visto quella fotografia". I giudici hanno ritenuto, quindi che, "l'inattendibilità delle dichiarazioni di Pinna, nell'ambito del presente giudizio di revisione, ha fatto venir meno la 'prova diretta' che la Corte di Assise di Appello di Cagliari ha posto a fondamento della pronuncia di colpevolezza dell'imputato".