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"Oggi è il tuo onomastico, dopo anche questo triste Natale che ti hanno privato di viverlo insieme a noi. Non possiamo nemmeno portarti un fiore nella tuo dimora accanto a mamma". Non si dà pace Alessandra, sorella di Stefano Masala, il giovane di Nule scomparso a 28 anni, la cui vicenda è legata all'omicidio di Gianluca Monni, assassinato a Orune l'8 maggio del 2015.
Stefano era sparito nel nulla, avvistato l'ultima volta a bordo dell'auto dei suoi genitori, mezzo che sarebbe stato poi utilizzato dai killer per uccidere Monni. Paolo Pinna di Nule, all'epoca dei fatti minorenne, è stato condannato a vent'anni per duplice omicidio, così come Alberto Cubeddu di Ozieri (allora 21enne), condannato all'ergastolo.
Nonostante i ripetuti appelli della famiglia, il corpo di Stefano non è mai stato trovato e il padre Marco, la madre Carmela morta un anno dopo il dramma e la famiglia non hanno mai smesso di cercarlo. Così anche la sorella, che in occasione di Santo Stefano ha pubblicato sui social l'ennesimo post: "Ti hanno privato anche questo, di riposare in pace - ha aggiunto -. Nemmeno ai più lucidi assassini come voi si augura questa sorte. Non certamente a te - ha detto rivolgendosi al fratello - che emanavi tanta gioia e positività con tutti. Povero nostro Amore, che fine orrenda ti hanno fatto fare?!".
Già due settimane fa si era rivolta agli assassini, chiedendo di rivelare che fine abbia fatto il corpo di Stefano, parlando del "sogno di un padre che il figlio sia sepolto insieme a sua madre, che ha lottato con tutto il cuore". Anche in occasione del suo onomastico ha voluto quindi ricordare il fratello, avvolta da un dolore che tormenta la famiglia e schiacciata sotto il peso di una verità nascosta, che a distanza di anni non è mai venuta a galla.