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Ormai da anni si respira un vero e proprio clima di paura a Teti, ad Austis, a Tiana, a Ovodda e in generale in tutte le zone interne dell’Isola della Barbagia e del Mandrolisai. Timore da parte dei tanti anziani che popolano i piccoli paesi della Sardegna centrale, da parte dei genitori di bambini piccoli, dei figli ormai adulti che abitano fuori e temono per i parenti ormai anziani, sfiducia da parte dei pochi giovani che sono rimasti e dei lavoratori costretti a condizioni difficili, soprattutto in campo sanitario.
Il motivo principale è la sanità ormai al collasso, problema onnipresente in tutta la regione ma che le zone interne sentono in modo particolarmente drammatico per le distanze con l'ospedale di Nuoro. Tra caratteristiche del territorio, spesso tortuoso, spopolamento, denatalità, criticità legate alla carenza di personale medico e di risorse a livello sanitario, oltre ai disagi legati alle zone montane e alle strade, i problemi sono tanti e concatenati tra loro.
A parlarne ai microfoni di Sardegna Live è Romina Cambedda, referente dell’associazione “Agapanthus Sardegna Odv” e portavoce del comitato “SOS Sanità Barbagia Mandrolisai”, che negli anni ha oganizzato numerose marce per la sanità in collaborazione con alcuni licei, gruppi universitari, “Ans Mandrolisai” e “Giovani per la sanità BMG”.
“Nonostante sia stato confermato l’Atto Aziendale, i disagi in Barbagia e nel Mandrolisai persistono, anzi la situazione ultimamente è peggiorata – afferma Romina Cambedda -. Il nostro obiettivo è ottenere i diritti sanitari che ci spettano, in primis quello di essere curati nel proprio territorio".
“Nelle zone interne della Sardegna, soprattutto in quelle montane, la situazione è parecchio critica, è difficoltoso spostarsi se si sta male, figurarsi in pieno inverno quando spesso cade la neve e recarsi in centri lontani, spesso addirittura a Nuoro, per curarsi, considerato anche che molti sono anziani, hanno paura di prendere l’auto, devono costantemente chiedere aiuto e in più i trasporti pubblici non aiutano, perché treni e pullman passano solo a determinati orari. Le persone hanno sempre più paura, soprattutto gli anziani e i genitori dei bimbi piccoli”, afferma Romina Cambedda con un sospiro.
“Ci sono sempre meno medici di famiglia, Meana e Sorgono attualmente sono senza, quello di Tonara tra poco andrà in pensione e soprattutto non ci sono pediatri, quindi i genitori dei bimbi, in questo periodo in cui gira il virus dell’influenza, sono molto preoccupati.– spiega Cambedda –. Specifico i genitori dei pochissimi bambini che ormai ci sono in questi paesi perché la denatalità è un altro problema della Sardegna centrale, che ha come inevitabile conseguenza la formazione di pluriclassi e l’accorpamento delle scuole primarie in pochi centri”.
“Il personale medico che opera nei paesi di Barbagia e Mandrolisai è insufficiente e non basta per le esigenze dell’intera popolazione, tanto che nessuno aspira a venire a lavorare qui perché non ci sono le condizioni per farlo in modo dignitoso, per non parlare delle cure sempre più difficoltose – prosegue la referente dell’associazione “Agapanthus Sardegna Odv” –. Farmaci che persone affette da alcuni tipi di patologie devono assumere quotidianamente non vengono erogati gratuitamente dalle farmacie perché le stesse non sanno se verranno poi rimborsate, e la colpa non è certo dei farmacisti, ma è un ulteriore diritto che ci stanno togliendo e questo problema non riguarda solo le nostre zone, ma tutta la Sardegna”.
“Le persone devono farsi sentire, il dialogo è importante, non bisogna aver paura di sollevare la voce – afferma Cambedda –. Ora, in vista delle regionali, vorrei ricordare che votare è un diritto e dovere di ciascuno e che chi governa dovrebbe slegare i nodi e non crearne altri. In tutte le zone dell’Isola le persone devono godere del diritto di essere curati vicino a casa, di potersi eventualmente spostare senza disagi e di vivere e lavorare in condizioni dignitose”, conclude Romina Cambedda.