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Venerdì 2 febbraio, alle 18, nell’Auditorium del Centro Culturale San Francesco il professor Alessandro Soddu terrà un incontro sui “Re e regine nella Sardegna medievale (XI - XIII Secolo)”. Quello del potere regio dei giudici e della sua legittimità è uno dei temi più discussi della storia medievale della Sardegna ed è collegato al problema dell’origine degli stessi giudicati e della relativa cronologia.
È tra la fine del X secolo e i primi sessant’anni di quello successivo che si determinano importanti trasformazioni istituzionali delle quali conosciamo purtroppo solo l’esito finale: l’arconte, residente a Cagliari, esibisce ora anche i titoli di iudex (iudike/iudice in sardo) e rex (rege in sardo), avendo ristretto la propria giurisdizione al regnum cagliaritano; allo stesso modo (probabilmente con tempi diversi), iudices o reges si intitolano coloro che affermano nel resto dell’isola un potere autonomo su base territoriale, basato su un’antica tradizione municipale (Turris/Torres) o su una forte caratterizzazione etnico-geografica (Arborea e Gallura).
Un fenomeno comunque non certamente isolato, dato che la regalità appare diffusa e variamente declinata in larghe parti dell’Europa alto-medievale, indipendentemente dalla sua origine e fonte di legittimazione. Il dato certo è che dalla seconda metà del Mille l’isola appare frammentata politicamente in quattro giudicati o regni, retti da dinasti locali che si rappresentano e vengono rappresentati all’esterno come pieni sovrani, fermo restando che le sfumature tra giudicato e giudicato non sono poche. L’elemento evidente è che si passa dall’ostentazione di cariche bizantine in documenti, epigrafi e sigilli fino a tutto il X secolo a quella di giudice, alternata al nuovo titolo di re nell’XI secolo inoltrato.
A intitolarsi ed essere chiamati re sono il giudice, la propria consorte (detta regina o donna de Logu) e il figlio primogenito associato al trono, nonché gli altri eredi, maschi o femmine, eventualmente subentrati al potere. Notevole è il fatto che la donna appaia compartecipe del governo nella veste di moglie-regina, o pienamente abilitata a regnare quando unica e legittima erede al trono o vedova, smentendo così una consolidata vulgata storiografica.
Questo incontro, organizzato dall’Istituzione San Michele con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Ozieri, vuole essere l’anteprima di altri che seguiranno sul medioevo sardo e spazieranno dalla presentazione di importanti donne, protagoniste di questo periodo storico, alla moda e al bestiario medievale, per concludere con una cena tematica nella chiesa di Sant’Antioco di Bisarcio. La partecipazione alla conferenza è libera e gratuita.