Il movimento "Donne libere in lotta per il diritto alla salute" ha presentato un esposto alla Procura di Sassari per denunciare "la negazione del diritto dei sardi alla salute". Il movimento, nato nel 2017 a sostegno della Breast Unit a Sassari, ottenuta solo in parte, ha dato mandato all'avvocato Michele Zuddas di sintetizzare nell'atto depositato ieri "le tante criticità legate alla gestione delle strutture di sanità pubblica a Sassari e provincia, nonché i problemi comuni a tutta la Sardegna".

L'attività è proseguita anche durante il lockdown. "Abbiamo raccolto decine di segnalazioni sull'impossibilità di eseguire i controlli programmati e altri urgenti per l'improvvisa chiusura degli ambulatori. Spesso non ci hanno neanche avvisato - spiegano - l'abbiamo saputo presentandoci negli ambulatori e dopo ore di fila. Alle rare telefonate per avvisarci del blocco dei controlli è seguito il silenzio sul possibile nuovo appuntamento".

Il problema interessa le pazienti oncologiche senologiche, che hanno fondato il movimento, ma anche cardiopatici, nefropatici, diabetici, persone con sclerosi multipla, Sla, insufficienza respiratoria. "Nessuno sa quale sia il nostro destino e quali e quanti danni abbia prodotto la sospensione dei controlli - denunciano - abbiamo appreso dai media o per telefono che è già stata predisposta la riattivazione del servizio, ma nel caso di alcuni delicati settori non è vero".

Le lamentele sono raccolte su una pagina Facebook dedicata. "Mancate cure, cattiva gestione e assenza di servizi sono stati spesso segnalati ai vertici dell'Aou e dell'Ats con mail, whatsapp e comunicati stampa rimasti inascoltati - spiega il movimento - nonostante sit-in, flash mob, manifestazioni, conferenze stampa, convegni e segnalazioni in Procura". Con l'esposto vogliono chiedere chiarezza: "Ci spieghino perché qua è stato chiuso tutto all'improvviso, mentre in Regioni con una situazione più compromessa dal punto di vista del contagio Covid non è successo".