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Le polemiche sulla situazione di allarme sanitario e sociale al Cpa (Centro di Prima Accoglienza – ex scuola di Polizia Penitenziaria a Monastir), creano polveroni anche politici: così, i consiglieri Modesto Fenu, Giuseppe Cinus, Giovanni Loi, Silvia Cinus, Luigi Cucca, Romano Schirru e Alessio Marotto, preparano e firmano una mozione di sfiducia contro la sindaca, Luisa Murru.
Ecco il documento integrale inviatoci in redazione
I gruppi di opposizione del Consiglio Comunale di Monastir, a seguito delle ultime vicende relative alla fallimentare gestione del Centro di Prima Accoglienza sito nel territorio di Monastir, consapevoli della pregressa fragilità dell’attuale maggioranza, resa ancor più evidente negli ultimi tempi in diverse circostanze e acuitasi a causa delle criticità di sicurezza e salute pubblica derivanti dalla gestione discutibile del Cpa, ritengono la Sindaca non più all’altezza di gestire con efficacia ed efficienza le tematiche in questione, né in grado di intraprendere le azioni auspicate e urgenti, finalizzate alla necessaria normalizzazione della situazione di sicurezza e salute pubblica del territorio, chiedono di mettere ai voti la presente mozione di sfiducia.
Motivazioni della sfiducia
In ogni frangente i gruppi di minoranza hanno espresso e dimostrato la propria disponibilità alla collaborazione con l’attuale maggioranza.
Nello specifico e relativamente agli ultimi eventi, vi contestiamo la gravissima mancata attuazione dei deliberati del consiglio del luglio 2020, richiesto sullo scottante tema della gestione del Cpa nel territorio di Monastir e delle problematiche da essa derivanti. Rimettiamo dunque e doverosamente, in ordine i fatti che riguardano il Cpa in oggetto:
Già nel 2015, al momento del Suo insediamento, fu sollevata la questione sulle potenziali criticità derivanti dall’apertura del Centro in questione. Foste esortati ad assumere, in merito, una posizione nettamente contraria e fortemente critica, al fine di mantenere alta l’attenzione e la vigilanza sul Centro e sulle dinamiche che attorno ad esso ruotano, interne ed esterne.
Furono avanzate proposte diverse, perseguendo un iter alternativo alla nascita del CPA a Monastir, che prevedeva un sistema diverso di accoglienza e l’attuazione di progetti mirati con percorsi reali di integrazione tra culture diverse.
Lei rispose che aveva un’idea diversa di accoglienza e che si sentiva responsabile di tutti quelli che sarebbero arrivati nel territorio comunale. Come da Lei dichiarato, era “suo dovere tutelare la posizione della popolazione di Monastir e del mondo” (cfr. verbale n°28 del CC 3 luglio 2015).
Le fu chiesto di vigilare sull’uso futuro e sulla gestione della struttura, ma di tale controllo non ci sono stati, nel corso di questi cinque anni, che sporadici e lacunosi riscontri.
Sono passati anni da quella delibera del 30.07.2015, anni in cui Lei si sarebbe dovuta accertare delle dinamiche interne e del funzionamento di quella struttura, in quanto responsabile diretta della sicurezza e della salute pubblica e lei avrebbe dovuto vigilare affinché al suo interno fosse implementate una reale politica di accoglienza e integrazione a favore degli ospiti presenti.
Ora, arrivati ad agosto 2020, assistiamo sgomenti ad alcuni fatti incresciosi, legati alla cattiva gestione del CPA, che hanno dato l’allarme su un reale pericolo per la popolazione di Monastir e dintorni ma anche per gli stessi ospiti presenti nella struttura.
Ricordiamo infatti che gli ultimi episodi hanno visto comportamenti pericolosi messi frequentemente in atto da alcuni ospiti del CPA anche nei confronti dei cittadini di Monastir.
Tra gli altri, turbative ai danni di diverse donne e minori, denunciate a più riprese sui social media, e che hanno accentuato la percezione della perdita progressiva della sicurezza, che invece aveva sempre caratterizzato la nostra comunità.
Tutto ciò, come ormai testimoniato anche sulla stampa regionale e nazionale, ha contribuito ad esacerbare gli animi di alcuni cittadini che, probabilmente preoccupati dalla progressiva escalation degli episodi nel territorio comunale, hanno pensato erroneamente di farsi giustizia da sé.
Inoltre, la presenza nel CPA di diversi ospiti, affetti o portatori asintomatici del virus Covid-19 che non rispettano la quarantena, le continue fughe di ospiti dalla struttura del CPA, il sovrannumero, i transiti sconsiderati sulla Statale 131, la denuncia delle forze di vigilanza, evidenziano in modo palese che ci troviamo di fronte ad una situazione fuori controllo, che espone ulteriormente la popolazione tutta, a gravi rischi di sicurezza e di salute pubblica.
L’inasprirsi della situazione, per la quale è stato convocato d’urgenza il Consiglio a fine luglio, ha visto un impegno congiunto dell’intera assemblea, ma anche tale unità di intenti e l’impegno formale assunto dal Consiglio, sono stati completamente disattesi dalla Sindaca e dall’attuale maggioranza.
Abbiamo appreso della lettera che Lei ha finalmente inviato, con forte e colpevole ritardo, al Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, al Prefetto e alla Ministra, ne prendiamo atto pur ritenendola non solo intempestiva, ma anche del tutto insufficiente a produrre nell’immediato effetti tangibili. Essa infatti risulta priva di forza e di efficacia, che invece le sarebbero state conferite da una firma congiunta di tutte le parti politiche della comunità.
La realtà dei fatti avrebbe richiesto necessariamente un’azione immediata e tempestiva, invece incuranti della delicatezza e criticità del momento avete totalmente eluso gli impegni assunti e trascurato e omesso le indicazioni e il deliberato del Consiglio, esponendo in questo modo irresponsabilmente la popolazione a ulteriori rischi e pericoli così come è puntualmente accaduto.
In conclusione Lei ha dimostrato in questo modo superficialità, inadeguatezza e incapacità a fronteggiare tempestivamente e in modo razionale ed efficace la vicenda in questione.
Lei e la sua maggioranza, trovandovi di fatto per vostra colpa e scelta in una condizione oggettiva di indiscussa solitudine e debolezza politica, avete evidenziato per l’ennesima volta di non essere in grado di assumere quelle decisioni incisive, necessarie e improcrastinabili atte a garantire la salute e la sicurezza pubblica dei monastiresi, come da dovere istituzionale.
Pertanto noi Consiglieri Modesto Fenu, Giuseppe Cinus, Giovanni Loi, Silvia Cinus, Luigi Cucca, Romano Schirru, Alessio Marotto, rappresentando oltre i 2/5 dell’Assemblea (come richiesto dall’Art. 52 del TUEL), per tutte le motivazioni suesposte danno alla Sindaca e alla sua Giunta la possibilità di rassegnare le dimissioni in blocco con decorrenza immediata e rimanendo in carica solo per l’ordinaria amministrazione.
In assenza delle vostre formali dimissioni, i medesimi Consiglieri sfiduciano in seduta pubblica la Sindaca e chiedono al Segretario Comunale di attivare la procedura nel Consiglio prossimo venturo del 24 agosto, per la chiama nominale con voto palese e le altre procedure di legge derivanti dalla sfiducia.