Cagliari

La morte di un figlio per una madre: 3 mamme coraggio si raccontano

Tre donne sarde speciali che, dopo la morte dei propri figli, hanno creato catene d’amore e solidarietà per aiutare il prossimo

La morte di un figlio per una madre: 3 mamme coraggio si raccontano

Di: Alessandra Leo


La perdita di un figlio è un dolore che trafigge il cuore e che solo chi viene coinvolto in prima persona può comprendere a 360 gradi. Un lutto impossibile da superare ma che, spesso, porta i genitori a riscoprire una forza immensa in nome di quell’amore che non cesserà mai di esistere e che continuerà a manifestarsi materialmente nei confronti del prossimo.

È ciò che è accaduto a tre mamme speciali sarde che, nonostante il dolore, i miliardi di lacrime versate e i cuori rotti in mille pezzi, ne hanno raccolto piano piano i cocci per ricucirli e farli battere di nuovo in nome dei loro figli, costruendo qualcosa di bello che marchiasse per sempre anche gli animi di coloro che non li hanno conosciuti con la memoria dei propri amati. Tutto l’amore che non hanno più potuto donare ai loro figli, lo donano così a chi ne ha bisogno.

Claudia Meloni ha perso il figlioletto Gabriele il quale, prima di morire, desiderava che tutti fossero più carini gli uni con gli altri, così ha fondato l'associazione “Perché questo sogno mi piace”. “Il termine ‘carini’ per un bimbo comprende tanti concetti: l'amicizia, la lealtà, la gentilezza, il rispetto, le coccole, l'amore – ha detto Claudia ai microfoni di Sardegna Live - . Il suo profondo messaggio d’amore, estrapolato da un video girato da mia sorella, è diventato il nostro mantra. Così è nata prima l'idea di un bracciale (appositamente fluorescente, che conserva e infonde luce) che abbiamo distribuito in tutta Italia e non solo". "

Senza che ce ne rendessimo conto, quel messaggio è stato condiviso in una maniera talmente forte che siamo stati avvolti da un amore quasi ultraterreno, ed ecco che abbiamo deciso di fondare un'associazione per divulgare il bellissimo sogno di Gabriele il suo messaggio, con l'intento di essere carini verso i più piccoli e verso gli adolescenti, alimentando anima e corpo, a prescindere dal contesto e dal settore. Vogliamo poter regalare sorrisi e momenti di condivisione che esulino da patologie o ricerca scientifica, poiché ogni bambino ha il diritto di sorridere. Attraverso la forte comunicazione di questo messaggio siamo riusciti a smuovere tanti cuori”.

“In quest’ultimo anno – ha spiegato Claudia - ci siamo occupati di formare ragazzi e bambini in merito al BLS insieme all’associazione ‘HSF’ del dottor Luigi Cadeddu. Gli studenti delle scuole superiori sono stati formati e hanno ricevuto la certificazione nazionale BLS e, a loro volta, hanno formato gli studenti della scuola media, i quali hanno formato i bambini delle scuole elementari e poi in ultimo, ma non per importanza, abbiamo formato i bambini della scuola primaria, quelli dell’asilo di Gabri, che hanno imparato a chiedere aiuto e hanno simulato un salvataggio in cui il protagonista era Topolino”.

“Cerchiamo di formare bambini e ragazzi che possano avere la competenza di dare aiuto al prossimo – ha detto ancora Claudia - anche perché l’Italia è l’unica nazione in Europa a non avere questa formazione obbligatoria”.

Un’altra mamma speciale è Eleonora Galia, madre di Giulia Zedda, strappata alla vita a soli 10 anni a causa di un tumore contro il quale ha combattuto con coraggio per 4 anni.

Giulia, prima di morire, disse ai suoi genitori che avrebbe voluto lasciare tutti i suoi giochi ai bimbi meno fortunati di lei, così il suo altruismo, il suo amore e il suo enorme senso di solidarietà hannp continuato a vivere attraverso l’associazione “Il sogno di Giulia Zedda”, fondata in suo onore dai genitori.

“Giulia era una bambina davvero speciale perché durante sua malattia ha pensato sempre agli altri, a noi genitori, a suo fratello e agli altri bambini malati come lei – ha raccontato Eleonora ai microfoni di Sardegna Live - .Ci ha dato tanta forza e un immenso coraggio per andare avanti, ci ha temprato e resi migliori, più maturi, dandoci la possibilità di essere migliori, resilienti, pronti ad affrontare anche la sua mancanza sulla terra. Prima di andare via, ci ha chiamato nella sua cameretta e ci ha detto di pensare agli altri bambini visto che lei stava andando da Gesù e che avrebbe voluto donare i suoi giochi agli altri bambini”.

Così è nata l’associazione “Il sogno di Giulia Zedda”, “che si occupa principalmente di raccogliere oggetti che ai bambini più fortunati non servono più per altri che non possono permetterseli. Ma ci sono tanti altri altri progetti complementari – ha spiegato Eleonora -   ‘M'ama non M'ama Giulia ci ama’ è solo l’ultima delle iniziative benefiche che si propone di offrire pizze Margherita per tutta la famiglia”.

“La piccola Giulia voleva vivere a colori – ha detto Eleonora - la piccola Giulia oggi vive in un mondo sconfinato di colori, un mondo dove tanti bambini possono sperare di migliorare la qualità della propria vita grazie a un sogno. Moltiplichiamo il bene, facciamo sì che tutti i bambini siano Giulia e pensiamo a tutti con amore, come se lei ce li avesse affidati, non è necessario fare grandi cose per essere i santi della porta accanto, ma piccoli gesti di bontà che hanno scaturito uno tsunami di solidarietà”.

L’altra mamma coraggio che ha aperto il proprio cuore ai microfoni di Sardegna Live è Maria Fois Maglione, che ha perso sua figlia Luena di soli 37 anni a causa di un tumore ovarico, e da allora la vuole ricordare attraverso la bellezza dei tulipani, fiore preferito di Lu, com’era affettuosamente chiamata da famigliari e amici.

Così, per dare speranza alle donne affette da questo tumore che ne colpisce circa 5.600 all’anno, Maria ha fondato un’associazione benefica, “Il giardino di Lu”, attraverso cui i suoi magnifici tulipani possono essere raccolti dai visitatori e portati a casa con il bulbo, in cambio di una piccola donazione per sostenere e finanziare la ricerca contro il tumore ovarico.

Un tappeto rosa dedicato alla vita e alla rinascita – ha detto Maria ai microfoni di Sardegna Live– Ma anche alla gioia, perché non bisogna dimenticare che i momenti di gioia devono esserci sempre. In ogni istante della nostra vita, quando magari siamo tristi o arrabbiati per motivi di poco conto, proviamo pensare a chi non ce l’ha fatta – prosegue Maria – e che noi siamo invece ancora qui. Dobbiamo apprezzare tutto ciò che è bello nella vita e trovare gioia nelle piccole cose, in un sorriso, in un gesto d’amore o semplicemente in un fiore. Le cose belle che regalano gioia si trovano dappertutto e chi vuole le troverà”.

“Il mio principale obiettivo è mettere in risalto il Giardino di Lu e la lotta contro il tumore ovarico. Il 15 maggio mi recherò all'Università di Milano per consegnare fisicamente la borsa di studio alla Fondazione Veronesi”, ha concluso Maria.

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