"Buongiorno. Oggi una bruttissima verità", esordisce così Gabriella Palermo, dirigente del Comune di Olbia, in un lungo post condiviso sulla propria pagina Facebook per raccontare di aver sporto denuncia contro il sindaco del capoluogo gallurese Settimo Nizzi

"Ho subito una violenza sessuale da parte del Sindaco Settimo Nizzi - è la clamorosa accusa della donna -. Mi presento: mi chiamo Gabriella Palermo. Mi sarei potuta chiamare in qualsiasi altro modo ed essere qualunque altra persona. Quindi qui, adesso, mentre scrivo, io sono prima di tutto una donna che ha subito una violenza sessuale e poi un essere umano che si chiama Gabriella Palermo. Chiaro è che il mio nome, almeno per molti  cittadini di Olbia, per i miei amici e forse anche per qualcuno che neanche mi conosce, evoca altri trascorsi burrascosi tra il signor Nizzi nella sua veste di Sindaco e la signora Gabriella Palermo nella sua veste di Dirigente del Comune di Olbia".

"Ma nessuno di essi - prosegue il lungo j'accuse - può mai eguagliare il senso di umiliazione, di smarrimento, di incredulità, paura e impotenza che infligge un sopruso fisico. Un contatto indesiderato scatena immediatamente la consapevolezza di quanto sacro sia il proprio corpo, di quanto esso sia profondamente nostro e di quanto esso non sia solo fisicità ma invece l’espressione visibile e tangibile del nostro io più intimo. Quando qualcuno vìola il nostro corpo, violenta anche la mente, i pensieri, i sentimenti, offende la dignità, scaraventa il nostro essere in un baratro di paure, di dubbi. E di confusione così enorme che capita l’incredibile: insorge la vergogna. Inspiegabilmente è la vittima che si vergogna di ciò che ha subito. E tace. Per riserbo, imbarazzo, pudore, paura…".

Il racconto della Palermo prosegue: "Ecco, tutto ciò ha provato la donna Gabriella. Ed è proprio vero: chi non ha esperienza di certe cose non può capirle fino in fondo. Ma è anche vero che chi le ha provate capisce bene cosa sto dicendo ed è come se vedessi la pelle d’oca che vi provoca il ricordo di ciò che avete subìto. Anche io ho taciuto con il mondo. Ho messo subito al corrente solo i miei familiari e qualche amico fidatissimo. Non ho taciuto però con l’Autorità nella quale tutti confidiamo per avere giustizia su questa terra e, in aggiunta a quattro denunce per mobbing depositate precedentemente,  ho denunciato il sindaco Settimo Nizzi al Procuratore della Repubblica anche per la violenza sessuale subìta, tramite una pec del 20.04.2020 le cui ricevute di invio, ricezione e accettazione da parte della Procura vedete fotografate alla fine di questa nota unitamente all’inizio e alla fine del testo della denuncia. 

"Si è verificato che, a quattro mesi di distanza da quest’ultima, il 14.08.2020, ovvero giusto giusto il tempo prescritto dai regolamenti per poterlo fare, l’apparato burocratico del Comune mi ha espulso per sei mesi dal Comune stesso. Un caso?  Non lo so. So che è già passato più di un mese dalla mia “espulsione”  e in questo tempo ho riflettuto. E ho considerato questo: è giusto che io renda noto ciò che mi è successo. La violenza sulle donne (ma anche sugli uomini) si esplica in tanti modi e da parte di soggetti appartenenti ad ogni ceto sociale. La violenza fisica e sessuale è una delle più esecrabili chiunque la compia e su chiunque venga compiuta. Ma quando a farla è un uomo pubblico, un Sindaco e per giunta mentre è proprio nella sua veste di Sindaco, il primo Cittadino che dovrebbe essere esempio di probità, di correttezza, al quale bisognerebbe fare riferimento per avere supporto e aiuto, allora il delitto è inqualificabile".

"Io - conclude - ho sentito il dovere civico di scrivere questa lettera aperta a tutti, di spezzare la catena del silenzio che copre, lo devo dire, l’indegnità di chi rappresenta nel mondo  Olbia e tutti i suoi cittadini. E ora mi sento meglio".