Il 25 e il 26 ottobre 156 Comuni dell'Isola saranno chiamati al voto. Un passaggio cruciale: per alcuni sarà l'inizio di un nuovo capitolo, per altri il consolidamento di un percorso amministrativo già avviato. Complici la crisi economica e lo spopolamento, ambizioni e opportunità di lavoro costringono sempre più spesso i nostri giovani a emigrare verso nuovi lidi. In un momento così delicato, si appresta a vivere la prossima tornata elettorale anche la comunità di Lodè, centro di circa 1600 abitanti nel cuore della Baronia. 

Adagiato sulle pendici del monte Calvario, Lodè può vantare un importante patrimonio paesaggistico: la catena del Montalbo, ad est, fa da cornice e da confine naturale con i vicini comuni; a sud il territorio del paese è bagnato dal riu Mannu, che forma la cascate di sos Golleos. In parte del territorio lodeino ricade anche il Parco di Tepilora, area naturale protetta, quasi 8mila ettari di foreste incontaminate, riserva della biosfera e patrimonio Unesco dal 2017, una delle aree più rigogliose di tutta l'Isola. La sensazione, però, è che un simile potenziale non sia ancora stato valorizzato a pieno. L'uscita di scena anticipata dell'ultima amministrazione comunale, e l'arrivo in paese di un commissario, non hanno certo giovato alla comunità. L'ex sindaco Graziano Spanu, nel giugno del 2019, ha presentato le proprie dimissioni in aperta polemica con le istituzioni per l'indifferenza sui problemi legati alla viabilità. La scelta clamorosa dopo che una frana bloccò la provinciale per Siniscola, e non bastarono otto mesi per rendere la strada nuovamente percorribile. 

In questo clima di instabilità e incertezza, una giovane donna ha deciso di mettersi in gioco e provare a prendere in mano le redini del paese. Antonella Canu, 25 anni, ha presentato la propria candidatura a sindaca sostenuta da una nutrita lista in vista delle prossime amministrative. "Lodè 2020" è un progetto all’insegna della fiducia, dell’innovazione, della valorizzazione. "Una nuova sfida" con e per la comunità. Seconda di tre figlie, una laurea triennale in Scienze del turismo, una magistrale in Mediazione culturale e valorizzazione del territorio, e un progetto per un dottorato di ricerca, "Parco Naturale Regionale di Tepilora: analisi e scenari geoeconomici". Antonella è pronta a raccogliere l'eredità di chi l’ha preceduta, sostenuta dalla sua gente. La passione per le tradizioni, l’attaccamento viscerale alla propria terra e un lungo percorso formativo l'hanno portata a maturare la convinzione di poter dare un contributo importante alla sua Lodè. Quella che la sostiene sarà l'unica lista a correre per le prossime elezioni. Il quorum il grande ostacolo da superare in un paese che sente forte il bisogno di una riaffermazione civica, politica, un desiderio di rinnovamento e riscatto sociale. Ecco cosa ci ha raccontato.

Venticinque anni, una laurea triennale in Scienze del turismo e una magistrale in Mediazione culturale e valorizzazione del territorio. La fine di un percorso di studi e l'inizio di un percorso di vita, ti senti pronta per un passo così importante?

Assolutamente. Mi sento pronta, anche se devo dire che non tutti i giovani della mia età hanno la possibilità di intraprendere questo percorso, e talvolta non ci pensano nemmeno. Pensiamo sempre che debbano farlo altri, perché non ci rendiamo conto che è arrivato il nostro momento e che adesso spetta a noi. Ovviamente prima ci ho pensato tanto. Ho preso questa decisione perché ho a cuore determinati temi, amo il mio paese e la politica. E' stato frutto di un ragionamento. La cosa che più di tutte mi ha fatto dire "vado avanti, lo faccio", è, come già detto, il fatto che i giovani pensino che non sia ancora arrivato il loro momento. Il nostro momento è adesso, in fin dei conti il futuro siamo noi. Non possiamo permettere che qualcun'altro decida le nostre sorti; se non lo facciamo noi, chi può farlo?

L'esperienza di rappresentanza studentesca, e più in generale quella accademica, hanno certamente giocato un ruolo fondamentale nella tua formazione. Che tipo di percorso hai fatto e in che modo è stato utile? 

Fin dal primo anno di università ho iniziato con la rappresentanza nel Corso di laurea e nel Consiglio di dipartimento, nelle commissioni per la didattica, Erasmus e paritetiche. Dopo la scadenza dei due anni di mandato ho deciso di intraprendere la strada del Consiglio degli studenti. Dopo di che sono stata eletta presidente dello stesso Consiglio, accedendo infine in Senato accademico. Ci ho messo sempre la faccia non sfuggendo mai al confronto con tante persone. Quando assumi determinate responsabilità il tuo tempo non è più tutto per amici e famiglia, ma subentrano i doveri di rappresentanza e quelli nei confronti delle persone che ti hanno eletto. Sono sempre stata appassionata delle questioni riguardanti il sociale e la politica, e ho sempre amato aiutare la gente. Ne traggo anche una soddisfazione personale. Mi sento utile nel poter fare qualcosa. La rappresentanza studentesca è stata sicuramente un trampolino di lancio, è formativa sotto svariati punti di vista. Impari che certe cose le devi coltivare e per averle devi impegnarti. Capisci che nel tuo piccolo puoi fare qualcosa. 

Da qui l’intuizione di rivolgere le tue competenze verso un panorama più ampio?

Ho capito che tutto ciò che fai può essere rivolto ad aiutare qualcuno. Quando all'università risolvevo un problema, con l'aiuto dei miei colleghi rappresentanti, mi rendevo conto di quanto la soddisfazione fosse grande perché vedevo negli occhi di chi veniva aiutato gratitudine e felicità. Questo ha contato molto in funzione della scelta che ho fatto, oltre, ovviamente, alla passione per il paese che mi hanno trasmesso i miei genitori, che hanno fatto tanti sacrifici pur di rimanere qua, così come mio cognato e mia sorella. 

Lo spopolamento dei piccoli centri affligge sempre più il centro Sardegna. I giovani vivono spesso una disaffezione per la propria terra e ancor più per la politica. Tu, invece, hai deciso di metterti al servizio del tuo paese. Una sfida così delicata e impegnativa.

Non posso negare il fatto che sia difficile: le persone sono deluse e credono sempre meno nella politica. Pensano sempre che tu stia entrando lì magari per qualche interesse. In tanti mi chiedono "ma chi te l'ha fatto fare?". Io invece chiedo di essere positivi e di andare a votare, di pensare che ci sia un'altra chance per questo paese. Non è vero che la politica non funziona. La politica funziona se dietro ci sono persone interessate a risolvere i problemi. Io ho 25 anni e sento salde le radici che mi legano al mio paese. Vederlo così bello e con tanto da offrire, eppure in qualche modo abbandonato a sé stesso, mi addolora profondamente. 

La tua lista amalgama esperienza e vissuto dei candidati più maturi con l’intraprendenza e l’entusiasmo dei più giovani

Non è abitudine della politica dare spazio ai giovani. Pochi investono fortemente su di loro. Io invece ci credo, credo tanto in noi. Dobbiamo essere consapevoli che abbiamo tanto da imparare, dobbiamo studiare, fare le nostre esperienze, ma se uno è veramente determinato e ha la voglia di fare perché fermarsi? I giovani hanno quell'entusiasmo travolgente che gli fa dire "adesso ci sono io". Dopo tutto possiamo contare sull'apporto di candidati più adulti che aggiungono esperienza e conoscenze.

Quali sono i punti salienti del programma elettorale e su cosa vorresti investire per garantire un futuro migliore al tuo paese?

Il nostro punto di forza è la buona volontà. Costituire una lista da 12 candidati più il sindaco è veramente complicato in un paese così piccolo. Sicuramente nel nostro paese va incentivata la mentalità imprenditoriale. Le persone non sono state motivate abbastanza ad avviare delle aziende. Noi vogliamo spiegare alle persone che esistono dei bandi, che possono essere sfruttati per ricevere dei fondi, e vogliamo far capire che il Comune è disposto a supportare e aiutare chiunque porti avanti qualche idea per lo sviluppo del settore imprenditoriale. Sarà fondamentale per cercare di sviluppare l'economia del paese. E' chiaro che le persone che abitano a Lodè sono costrette ad andare via per mancanza di lavoro. Il nostro è un paese molto isolato, per raggiungere i centri più vicini sono necessari 30 o 40 minuti di auto. Purtroppo non sempre bastano la famiglia, le tradizioni e le radici a trattenere le persone. La questione dello sviluppo va di pari passo con quella delle politiche sociali. Avvieremo una profonda riflessione su ciò che manca e cosa valorizzare. Tra le altre cose abbiamo cercato di mettere in risalto gli elementi di pregio del paese: un centro storico invidiabile, ricchezze naturalistiche mozzafiato, la disponibilità di tante risorse ambientali e culturali. A Lodè possiamo vantare importanti tradizioni anche per quanto riguarda il settore culinario, in particolar modo per i dolci tipici. Il centro abitato sorge ai piedi del Montalbo, nel cuore di un territorio incontaminato. Cultura e giovani al centro. Ma anche uno sguardo attento alle esigenze degli anziani. Vogliamo rilanciare lo sport valorizzando le società e attività già presenti, ma anche aumentando l’offerta perché tutti possano avere una scelta, un'alternativa. Non dimenticheremo le persone con disabilità: nel nostro programma sono inclusi tutti e accettiamo opinioni e consigli che possano essere costruttivi per la comunità. Una menzione particolare merita la frazione di Sant'Anna. Un gioiello alle pendici del Montalbo, da cui si ha una splendida visuale del mare e di Tavolara. Eppure in quel borgo manca addirittura l'acqua; chi mai potrebbe pensare di comprare una casa se le condizioni sono queste?

Il muro da abbattere è quello del quorum. Quanto è importante che la comunità possa contare sul lavoro di un'amministrazione comunale scongiurando il commissariamento?

Direi che è essenziale. Senza un'amministrazione comunale il paese si troverebbe ad essere limitato in qualsiasi ambito, e chiaramente un commissario non è quello che il paese vorrebbe. Soprattutto voglio che i lodeini capiscano che possono amministrare il loro paese, sono delle persone con delle competenze, determinate, e coraggiose. I lodeini devono riavere il loro paese. Il nostro è un Comune al momento limitato, e completamente assente dallo scenario regionale. Abbiamo grandi idee e grandi progetti, non ci fermeremo davanti a niente. E' importantissimo che i cittadini si rendano conto che devono andare a votare, poiché è un dovere civico che tutti devono avvertire, e soprattutto devono dare la possibilità al paese di riprendersi la propria dignità.

Come immagini Lodè fra cinque anni?

Nel caso in cui venissi eletta, sono consapevole che cinque anni non basterebbero per risolvere i problemi del nostro paese. Entrano in gioco questioni che più in generale riguardano anche la Regione, non solo Lodè e le amministrazioni passate, che ovviamente hanno fatto anche cose positive. Io vorrei che alla fine del mio eventuale mandato i giovani avessero qualcosa da raccontare, vorrei che si avvicinassero alla cultura, e anche alla politica, per capire che si può fare qualcosa. Nella Lodè che vorrei sicuramente, come dicevo prima, ci sarebbe una Sant'Anna maggiormente valorizzata e riconosciuta per il suo potenziale. Vorrei che un accrescimento dell'indicatore del turismo, non solo a Lodè, ma anche in Sardegna, poiché vanno di pari passo. Vorrei che aumentassero le attività imprenditoriali e che i bambini non fossero costretti ad andare a studiare in altri paesi per un'eventuale chiusura delle nostre scuole. Vorrei, insomma, che le persone siano felici di restare nel proprio paese. Quindi economia, valorizzazione turistica, settore agropastorale, imprese, dialogo con le istituzioni. Non dimentichiamo i progetti con tutte le istituzioni del Parco di Tepilora, riserva della biosfera, riconosciuta dall'Unesco. Inevitabilmente questo deve essere un volano per il nostro paese, per il turismo, per la cultura e le tradizioni folkloristiche. Ci saranno tante cose da fare. I progetti ci sono, abbiamo in mente anche qualche intervento a livello urbanistico, sarà tutto frutto di un'attenta analisi.

Qual è il motto che accompagnerà la vostra avventura. Quale il concetto fondamentale da proporre agli scettici per convincere la più larga parte di popolazione possibile a credere nella vostra iniziativa e darvi fiducia?

Il motto, come appare nel nome della lista è "Una nuova sfida". "Nuova" perché da tanto tempo non si respira un'aria di novità, "sfida" perché ci saranno delle prove che dovremo superare per far sì che le persone credano in noi. Questo per spiegare ai miei compaesani che devono credere nei loro giovani, nelle persone che si vogliono mettere in gioco, e devono credere soprattutto nel proprio valore, come fecero quando decisero di rimanere e investire sul proprio territorio. Voglio lanciare un messaggio di speranza in questo periodo di difficoltà, e ai giovani vorrei dire ancora una volta che è arrivato il nostro momento, abbiamo il mondo in mano ed è giusto che proviamo a investire sul nostro futuro. Sono determinata e convinta che tutti insieme si possa costruire, passo dopo passo, qualcosa di positivo.