Palermo

Strage di via D’Amelio, 32 anni fa perse la vita la poliziotta sarda Emanuela Loi

A Cagliari una cerimonia per ricordare l’agente 24enne morta il 19 luglio 1992 insieme al giudice Paolo Borsellino e ai colleghi della scorta

Strage di via D’Amelio, 32 anni fa perse la vita la poliziotta sarda Emanuela Loi

Di: Redazione Sardegna Live


Oggi, venerdì 19 luglio alle 11 in Transatlantico, in occasione del 32esimo anniversario della strage di via D’Amelio, il Consiglio regionale ha organizzato la cerimonia “In ricordo di Emanuela Loi”, la poliziotta di Sestu della scorta del giudice Paolo Borsellino uccisa con il magistrato e altri quattro agenti il 19 luglio del 1992.

Dopo i saluti del Presidente Piero Comandini è in programma l’intervento di Maria Paola Secci, sindaca del comune di Sestu, città natale di Emanuela. Sono previsti anche alcuni interventi delle allieve del CAIP (Centro Addestramento e Istruzione Professionale) di Abbasanta e la proiezione del docufilm “Io devo continuare” realizzato dal dipartimento della Pubblica sicurezza con la Società 42° parallelo.

CHI ERA EMANUELA LOI. L'agente Emanuela Loi era nata e cresciuta a Sestu, amava la Sardegna e il suo sogno era quello di diventare una poliziotta. Quando arrivò a Palermo disse: “Se ho scelto di fare la poliziotta non posso tirarmi indietro. So benissimo che fare l'agente di polizia in questa città è più difficile che nelle altre, ma a me piace”. Fu la prima donna ad entrare a far parte di una scorta assegnata ad obiettivi a rischio e aveva appena 24 anni quando morì in via D’Amelio il 19 luglio 1992.

Emanuela Loi entrò nella Polizia di Stato nel 1989 e frequentò il 119º corso presso la Scuola Allievi Agenti di Trieste. Fu trasferita a Palermo due anni dopo. Tra i diversi incarichi le furono affidati i piantonamenti a Villa Pajno a casa dell'allora parlamentare Sergio Mattarella, la scorta alla senatrice Pina Maisano (vedova di Libero Grassi) e il piantonamento del boss Francesco Madonia. Dopo la strage di Capaci, nel giugno del 1992 venne affidata al magistrato Paolo Borsellino.

Emanuela era una ragazza solare, sempre sorridente con un'aria sbarazzina e spensierata. Sognava di tornare presto nella sua Cagliari, proprio per questo aveva richiesto di essere lì trasferita. Lasciò i genitori, una sorella ed un fratello ed il fidanzato con il quale sperava presto di sposarsi. Amava molto il suo lavoro, pur essendo consapevole del pericolo che correva ogni giorno.

IL GIORNO DELLA STRAGE. Il 19 luglio 1992 un ordigno posizionato da Cosa Nostra esplose in via d'Amelio, a Palermo, uccidendo il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta: Agostino Catalano, la sarda Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Appena due mesi prima, a Capaci, un attentato analogo aveva ucciso Giovanni Falcone e gli agenti che lo accompagnavano.

Una Fiat 126 imbottita con 90 chili di Semtex-H generò il finimondo sotto casa della madre del giudice siciliano. L'unico sopravvissuto fu l'agente Antonino Vullo, che raccontò: "Borsellino e i miei colleghi erano già scesi dalle auto, mentre io ero rimasto alla guida. Stavo facendo manovra per parcheggiare la vettura che si trovava alla testa del corteo. Non ho sentito alcun rumore, niente di sospetto, assolutamente nulla. Improvvisamente è stato l'inferno. Ho visto una grossa fiammata, ho sentito sobbalzare la blindata. L'onda d'urto mi ha scaraventato dal sedile. Non so come ho fatto a scendere dalla macchina. Attorno a me c'erano brandelli di carne umana sparsi dappertutto".

Emanuela quel giorno è diventata la prima donna poliziotto morta in servizio, uccisa dalla mafia.

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