Olbia

Olbia. Dolore e lacrime al funerale del piccolo Gioele Putzu

Tantissimi le persone che si sono strette al dolore di mamma Antonella e papà Ivan, travolti da uno strazio inimmaginabile

Olbia. Dolore e lacrime al funerale del piccolo Gioele Putzu

Di: Pietro Lavena


Chiesa gremita per l'ultimo saluto a Gioele Putzu, il bambino di dieci anni morto a Ozieri sabato 14 settembre.

I funerali del piccolo sono stati celebrati nella parrocchia di Sant'Ignazio da Laconi a Olbia, città dove vive la famiglia. Tantissime le persone che si sono strette al dolore di mamma Antonella e papà Ivan, travolti da uno strazio inimmaginabile.

Presenti gli amichetti con in mano una rosa bianca, i piccoli giocatori dell’Olbia calcio e della scuola di judo di Gioele, oltre al sindaco di Olbia Settimo Nizzi e di Ozieri Marco Peralta. 

L’OMELIA - “Caro Gioele preferirei tacere in questo momento e non dire nulla. Vorrei che fossi tu a prendere parola perché lo diciamo con forza ‘sei ancora uno di noi’”, ha detto il parrocco Amedeo Salis nell’omelia. “Sarebbe più giusto che fossi seduto qui fra i tuoi amici di judo e della scuola, come una volta, a suonare la chitarra o accanto a papà e mamma. Sarebbe stato bello sentire la tua voce e le tue preghiere che rivolgevi a Gesù. Sarebbe bello sentire ancora le tue domande che ponevi a tutti desideroso sempre di ricevere una risposta. Tuo padrino poche sere fa mi diceva che ti immaginava arrivando in cielo e ponendo questioni a San Pietro riguardo al paradiso. Perché tu sei così attento, sereno pieno di volontà, desideroso di conoscer e stare con gli altri per farti amare e amare. Sei pieno di vita, questa vita che in questo momento vivi in pienezza perché la fede ci dà la certezza che la vita non muore mai e quello che Gioele è stato per noi non morirà mai”.

Il frate cappuccino ha poi continuato: “Ti preparavi alla prima comunione che stavi per ricevere e adeso sei con Gesù. Allora questo ci consola perché sei nel posto più sicuro col Salvatore e nessuno potrà farti del male. Quel dolore che vivono papà e mamma, i tuoi cari e tutti noi non può essere detto perché le parole non sanno esprimerlo e non ha bisogno di essere spiegato, perché ogni mamma, ogni papà, ogni nonno, ogni nonna, ogni amico, ognuno di noi lo sta vivendo e non c’è bisogno che è nessuno ci dia spiegazioni. Non dobbiamo aver paura di piangere o soffrire perché con le nostre lacrime diciamo quanto è importante per noi Gioele”.

“Che bello caro Gioele saperti davanti a Dio. Dalla città santa oggi ci guardi e con i tuoi occhi splendenti ci guardi con amore e hai una forza nuova. Preghi per noi. Maria ti ha accompagnato da Gesù e il Salvatore ti ha accolto. Nei Vangeli sentiamo che Gesù quando vedeva i bambini diceva lasciate che i bambini vengano a me: ed è bello pensare che quando Gesù ha visto Gioele nelle braccia della Vergine ha detto mamma lascia che Gioele venga a me. Sappiamo che oggi Gioele, un tesoro, non è perso e lo riconsegnamo a chi ce lo ha dato”.

“Chiedi a Gesù di consolare papà e mamma, i tuoi cari e tutti noi perché è dura e abbiamo bisogno di te, ma sappiamo che possiamo farcela perché tutto è possibile a Dio. Prega per noi, per i tuoi amici, perché cresca in ciascuno di noi la fede. Che la sofferenza di oggi sia un momento di crescita. Tutto inizi qui: la vita è eterna. Caro Gioele, vogliamo salutarti così: ciao campione, a presto in paradiso”.

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LA TRAGEDIA - Gioele era a Ozieri con la famiglia, residente a Olbia, dove lavorano papà Ivan e mamma Antonella, per trovare i nonni materni e prendere parte ai festeggiamenti in onore della Beata Vergine del Rimedio. In particolare, erano lì per il concerto di Fedez poiché, come spiegato dallo stesso papà nelle scorse ore, il bambino amava le canzoni del rapper milanese.

Nel tardo pomeriggio di sabato 14 settembre, secondo la ricostruzione di quanto accaduto, su cui indagano i carabinieri della Compagnia di Ozieri, Gioele era entrato nel campo sportivo 'Meledina', nella frazione di San Nicola, i cui cancelli erano aperti, per giocare con un aquilone insieme a due amichetti. Nella corsa avrebbe urtato una delle porte mobili da calcetto, di quelle che solitamente si usano durante gli allenamenti. La porta è crollata travolgendo Gioele. I due compagni hanno immediatamente chiamato i soccorsi. Sul posto sono arrivate le forze dell'ordine, il 118 e i vigili del fuoco. I medici per oltre un'ora hanno tentato di tenere in vita il bambino, che è morto sotto gli occhi dei genitori.

FATALE UNA LESIONE AL CUORE - Una lesione al cuore, questa la causa della morte di Gioele Putzu. A stabilirlo sono stati la tac e l'esame del corpo eseguiti ieri su disposizione della Procura nell'Istituto di medicina legale di Sassari. I pali della porta da calcetto contro cui è andato a sbattere Gioele mentre giocava con due amici, gli sono crollati addosso causandogli un trauma addominale da schiacciamento che ha procurato una lesione cardiaca fatale per il piccolo. Il corpo del bambino è stato restituito alla famiglia.

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