PHOTO
Marco Murgia, sindaco uscente, 57 anni, agente assicuratore. E' sposato e ha cinque figli. Già capogruppo di maggioranza dal 2012 al 2017 prima dell'elezione a sindaco nel 2017. Attualmente presidente dell'Unione dei Comuni del Logudoro e del Comitato di Distretto Sanitario di Ozieri.
E' candidato sindaco per le elezioni amministrative del 12 giugno, sostenuto dalla lista "Ozieri Civica - Patto per la Città". Un nuovo progetto politico all'interno del quale si incontrano sensibilità di centrodestra e centrosinistra: a Obiettivo Comune (espressione del Pd cittadino), Progressisti, Partito Socialista Italiano e Psd'Az che già aderiscono all'attuale maggioranza in Consiglio comunale, si affiancano Riformatori Sardi e Progetto Ozieri (Forza Italia e Lega), all'opposizione nella legislatura che sta per terminare. La compagine Ozieri Città Futura 2022 ha abbandonato la coalizione a pochi giorni dalla scadenza della presentazione delle liste.
Dopo cinque anni di amministrazione si ricandida alla guida della città con una coalizione allargata. Forza Italia e Lega hanno sposato il vostro progetto, come è nato l’accordo?
Nella legislatura che sta per terminare, i consiglieri di Progetto Ozieri hanno fatto un’opposizione per certi versi dura ma responsabile e durante la pandemia hanno collaborato lavorando alle commissioni di emergenza. Nei mesi scorsi ci siamo seduti a un tavolo e ci siamo detti: manteniamo separate le nostre identità, ma abbiamo l’obiettivo di creare una squadra operativa dal 13 giugno per sfruttare al meglio i fondi del Pnrr e del nuovo Psl, così da godere di questo piano di rinascita straordinario. Intorno a questo obiettivo dovevamo unire la città. Qui bisogna prendersi la responsabilità di non perdere un treno che la storia non ci restituirà per disegnare la Ozieri del futuro. Per questo abbiamo fatto tutti un passo indietro rispetto alle posizioni ideologiche. Pensiamo di essere la squadra più forte dal punto di vista amministrativo, essendo pronti a lavorare dal giorno dopo le elezioni. Quelli che si candidano come alternativa e cambiamento dovrebbero pagarne lo scotto magari passando il primo anno a capire come muoversi.
Basta questo discorso per convincere l’elettorato più tradizionalista a non storcere il naso rispetto a questa unione inedita?
Se l’esigenza di non perdere l’occasione del Pnrr ha creato nuove condizioni, bisogna proporre nuove soluzioni. Anche a livello nazionale è successo esattamente questo. Non c’era alternativa alle larghe intese per garantire un governo stabile e operativo che potesse dare risposte immediate. A Ozieri abbiamo la medesima esigenza: stare dentro i tempi scanditi dall’Europa favorendo una corrispondenza amministrativa efficace dal primo momento. Per un tempo viaggeremo insieme e finita questa missione ognuno tornerà nel proprio alveo. La storia ci chiama ad un’assunzione di responsabilità straordinaria e crediamo di onorare la sfida in questo modo.
Eppure, a pochi giorni dalla scadenza della presentazione delle liste, si è registrata all’interno della vostra coalizione la defezione del gruppo Ozieri Città Futura che ha fatto un passo indietro in aperta polemica con lei.
Sarò breve. In una coalizione ci sono delle regole da rispettare. La cosa più importante è l’equilibrio in coalizione. Se qualcuno lo fa saltare è giusto che fuoriesca dal gruppo e così è stato.
I “dissidenti” avranno un ruolo in campagna elettorale?
Non mi interessa. Abbiamo deciso di aggregare per il prossimo appuntamento elettorale un pezzo del centrodestra con uno del centrosinistra, tentando di mettere insieme però le anime moderate. Quanto accaduto con Ozieri Città Futura è stato probabilmente l’esito naturale di questo percorso.
Veniamo al Pnrr. In che modo le risorse in arrivo possono essere sfruttate per Ozieri?
Grazie al Pnrr sono già stati finanziati i progetti per la sistemazione di piazza Garibaldi e di viale Umberto. Questo per dire come stiamo già lavorando a tamburo battente. Abbiamo appena presentato come Unione dei Comuni un progetto per la riqualificazione delle strutture sportive da 5 milioni di euro. Come Comune abbiamo presentato un progetto da 2,2 milioni per riqualificare l’area sportiva di San Nicola. Abbiamo partecipato a un bando per realizzare un ecocentro che completi le politiche della raccolta a circuito chiuso dei rifiuti. A giorni usciranno i bandi per la digitalizzazione nelle pubbliche amministrazioni e così via sino all’arrivo dei fondi per la sanità territoriale che grazie al Pnrr è in fase di ristrutturazione. A questo si aggiunga tutta la nuova programmazione regionale che segue le linee indicate dall’Europa. Avremo una dotazione finanziaria per il Psl che sarà probabilmente doppia rispetto a quella di cui già abbiamo beneficiato ottenendo 5,5 milioni di finanziamenti legati alla riqualificazione dell’impianto fieristico, dell’ippodromo, del compendio sportivo dell’Angelo Masala e dell’asilo nido. Per sfruttare al meglio tutto ciò bisogna essere dentro i problemi della città così da capire quali interventi possono fare da volano per l’economia locale.
Questione ospedale. Quali prospettive?
La politica per l’ospedale non è in mano ai Comuni. Hanno esautorato i sindaci dalla votazione del bilancio e del piano sanitario e dunque abbiamo poca voce in capitolo. L’unica cosa che ci rimane da fare è tenere alta l’attenzione perché gli interventi della Regione siano equi e, pur consapevoli delle poche risorse umane e finanziarie a disposizione, pretendere a gran voce che queste vengano distribuite in maniera uguale. Tutti i cittadini e tutte le aree della Sardegna hanno diritto alla stessa assistenza. Non è possibile che qualcuno cannibalizzi gli altri: a questo ci opporremo con tutte le forze.
Spopolamento. Di recente alcuni organi di stampa hanno riportato un dato: Ozieri sotto i diecimila abitanti per la prima volta dagli anni ’30. È davvero così?
Essendo ufficiale dell’anagrafe ho comunicato io all’Istat gli ultimi dati nei primi giorni di gennaio. La popolazione di Ozieri al 31 dicembre 2021 era ancora sopra le 10.000 unità. Di poco, a dire il vero: 10.023. Ciò non vuol dire che il fenomeno dello spopolamento non stia interessando la città, dove l’anno scorso sono nati solo 44 bambini. Occorre un piano straordinario e dedicato esclusivamente a questo problema. Il ripopolamento dell’Isola deve avvenire attraverso tre direttrici. Creare un fondo straordinario per l’impresa giovanile e scuole di specializzazione così che i nostri ragazzi non vadano fuori. Creare le occasioni per attirare il nomadismo digitale, un fenomeno in crescita in Europa e a cui noi non siamo ancora abituati. Molti cittadini europei scelgono posti dove qualitativamente la vita è migliore per lavorare in smart working o semplicemente per passarvi alcuni mesi. Infine, creare canali che accolgano i cittadini in fuga dalle emergenze internazionali. Qui registriamo un costante ingresso di cittadini stranieri: ora gli ucraini, prima albanesi, rumeni, africani. Se ci fosse una politica dell’accoglienza si favorirebbe una immigrazione utile per ripopolare la città.
Al contempo servirebbe favorire la nascita di nuovi posti di lavoro…
La Comunità europea ha previsto le zone economiche speciali per diminuire il divario fra zone ricche e povere e sostenere le aree interne. La declinazione che ne ha fatto la Regione è particolare perché ha previsto le Zes solo nelle aree portuali. Alcune città hanno attuato scelte lungimiranti e corrispondenti alla norma: Olbia, ad esempio, ha allargato la Zes a Buddusò, Alà e Tempio per includere i distretti del sughero e del granito. La Zes di Sassari, invece, serve solo Sassari e Porto Torres. Noi ci candidiamo ad essere area collegata a una Zes portuale perché crediamo di essere una delle aree più infrastrutturate in assoluto. Abbiamo la zona industriale al centro di due porti e due aeroporti, con una stazione ferroviaria, un centro intermodale mai utilizzato e con le due principali arterie stradali sarde (la Sassari-Olbia e la Cagliari-Sassari) che si intersecano nel nostro territorio. Chiederemo che la Zes venga estesa alla nostra area industriale perché crediamo possa fare da volano per tutta l’economia del territorio, non solo per Ozieri.
Agricoltura. La piana di Ozieri è una delle culle del settore nell’Isola. Come potrà intervenire l’amministrazione cittadina a sostegno delle imprese?
Gli enti locali non hanno potere di modificare le politiche agricole. Potremo però attivarci perché le imprese del territorio possano avere un percorso facilitato nella ricerca delle filiere per la diversificazione o l’emancipazione delle aziende. Abbiamo già investito nel polo fieristico di San Nicola perché diventi una struttura da sfruttare più volte nell’anno. Ricordo che Ozieri conta il più alto numero di capi ovicaprini, siamo il territorio che versa più latte alle industrie e alle cooperative, al secondo posto per numero di capi bovini. Nonostante sia una città di servizi, Ozieri ha la sua nervatura ancora legata al settore primario. Vorremmo fare da mediatori fra allevatori e il Consorzio di Bonifica, perché quella che doveva essere una naturale alleanza non si trasformi in un conflitto perenne per la questione dell’acqua.
La vostra è una città ricca di storia, con un patrimonio culturale molto vasto e potenzialità enormi da sfruttare. Esisterà in futuro una Ozieri città turistica?
Ozieri ha un potenziale straordinario dal punto di vista archeologico e monumentale e un patrimonio enorme dal punto di vista culturale legato per esempio alla poesia e al canto in lingua sarda. Abbiamo i due premi letterari più antichi dell’Isola, una raccolta di testi divenuta un bene nazionale riconosciuto dal Ministero e a disposizione di tutti. Dobbiamo aiutare gli imprenditori a sviluppare una mentalità turistica. In questo momento abbiamo tantissimi B&B, ma non c’è nessuno che abbia il coraggio di aprire un albergo. Siamo una città che ha la cablatura della banda larga completa, abbiamo l’ospedale e quasi tutti i servizi principali. Un turista può trovare da noi tutto ciò di cui ha bisogno. Da 6.000 anni siamo crocevia, luogo di incontro e di unione fra l’Est e l’Ovest del Nord Sardegna e porta d’accesso alle aree interne. A Chilivani si biforca l’asse stradale e ferroviario che sale da Cagliari verso Sassari e la Gallura. La nostra è una posizione geografica estremamente vantaggiosa per cui sì, c’è senza dubbio un futuro turistico.
Quando ha presentato la sua coalizione per le elezioni del 12 giugno ha parlato di “nuova stagione politica dell’intera comunità”. I più maliziosi si domandano come possa parlare di “nuova stagione” una classe dirigente che da 15 anni amministra la città. Allora, come convincere i cittadini che davvero si può scrivere una nuova pagina di storia insieme?
Innanzitutto, questa semplificazione dei 15 anni di amministrazione che viene fatta da più parti non corrisponde al vero. Sì, da 15 anni governa il centrosinistra, ma degli uomini che c’erano in Consiglio comunale all’inizio non è rimasto nessuno. Cinque anni fa, del resto, abbiamo avviato un cambiamento importantissimo inserendo un gran numero di giovani. Trovare gente disponibile a caricarsi sulle spalle il gran lavoro che c’è nell’amministrare un Comune non è facile. Non è un caso che nel 35% dei Comuni chiamati alle urne alle ultime amministrative si è presentata un’unica lista. È un lavoro ingrato e con vent’anni di propaganda dell’antipolitica il risultato è che si trova sempre meno gente disponibile a sacrificarsi. Prima i cittadini erano animati da una passione politica che veniva strutturata nell’ambito dei partiti. Ora che non c’è più quella palestra, dove trovare un ragazzo che si assume un impegno così gravoso? Per questo crediamo di aver fatto tanto, in tal senso, coinvolgendo nuovi giovani che in molti casi hanno deciso di restare e continuare a crescere con noi.