Politica

Sanità, oltre 5 milioni ai privati per abbattere le liste d'attesa

I Progressisti critici sull’aumento del budget ai convenzionati

Sanità, oltre 5 milioni ai privati per abbattere le liste d'attesa

Di: Redazione Sardegna Live


Circa 5 milioni e mezzo di euro a disposizione nella manovra di assestamento di bilancio per l'abbattimento delle liste di attesa nella sanità. "Il tema più sentito è quello dell'abbattimento delle liste d'attesa, un'emergenza non solo sarda, ma nazionale. Le cause sono chiaramente multi fattoriali, quindi bisognerebbe affrontarle su più direzioni", ha spiegato l'assessore regionale Armando Bartolazzi oggi in audizione nella commissione Bilancio proprio sul documento finanziario che rimodula risorse in vari settori.

"Abbiamo allocato queste risorse e l'impegno è cercare di sfruttarle bene e per la prima volta cercare anche di negoziare con i privati accreditati che svolgono una funzione a integrazione di quello che non fa il pubblico - ha sottolineato Bartolazzi a margine rispondendo ai giornalisti -. Saranno loro a dedicarsi all'abbattimento delle liste d'attesa, per quel che sarà possibile, dovranno avere chiare indicazioni dall'assessorato su quali sono le prestazioni da portare avanti con urgenza, con minor urgenza, oppure che possono essere programmabili".

Una risposta anche alle perplessità sollevate in commissione dal capogruppo dei Progressisti Francesco Agus sulla scelta di aumentare il budget dei privati convenzionati: "Queste somme vanno bene ma c'è il rischio che non vadano dove davvero servono, perché i convenzionati andranno ad erogare prestazioni aggiuntive dove per loro è più comodo farle e non dove abbiamo liste d'attesa con visite fissate per il 2026".

"Disorganizzazione e conflittualità" sono per l'assessore i due nodi critici trovati nella sanità sarda sin dal suo arrivo. Disorganizzazione che non verrà risolta probabilmente con il commissariamento delle Asl, come da più parti ipotizzato. "Non se n'è parlato - risponde Bartolazzi - ci sarà presto una discussione su una bozza di disegno di legge, una sorta di ottimizzazione e riorganizzazione perché il sistema sanitario regionale così com'è oggi non funziona, ma non è colpa di nessuno, c'è una disorganizzazione generale".

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