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La situazione in Sardegna rimane allarmante, la politica ed il Dipartimento continuano ad ignorare le gravi condizioni in cui il personale di Polizia Penitenziaria deve operare. LA Uil: ”Piccoli interventi non sono sufficienti a risolvere enormi problematiche”.
Lo scenario è sempre allarmante, i repartini ospedalieri nelle piu' grandi città della regione non sono ancora stati consegnati, i detenuti vengono ancora ricoverati nelle stanze dove sono presenti cittadini che loro malgrado vengono esposti a rischi per la propria incolumità, cosi' come non sono ancora stati consegnati locali idonei nei vari aeroporti e nei tribunali dove il personale deve cercare di svolgere le traduzioni sfidando ogni volta la fortuna!
E' il commento del segretario generale della Sardegna della Uil-Pa Polizia Penitenziaria, Michele Cireddu (nel video e nella foto in alto), che fa un analisi sulla situazione della Sardegna penitenziaria: "Siamo sin'ora delusi dalla mancata attenzione da parte del Dipartimento sulle problematiche della regione, non sono ancora stati inviati dei Direttori cosi' come invece era stato promesso, di conseguenza solo 4 devono dividersi la gestione dei 10 Istituti nel distretto.
Dopo numerose vertenze sulla materia accogliamo invece con favore l'assegnazione di un Comandante in pianta stabile nell'Istituto di Sassari ma rimangono sin'ora disattese le promesse del Ministro sull'invio del GOM nello stesso Istituto che doveva gestire i detenuti appartenenti al circuito AS2 (terroristi nazionali ed internazionali).
L'invio invece delle 77 unità di Polizia Penitenziaria della regione non sono sufficienti nemmeno per sostituire le unità che sono andate in pensione, di conseguenza insieme alla nomina dei 2 Comandanti, sono piccoli interventi insufficienti a risolvere le enormi problematiche che permangono.
Alle anomalie oggettive, si uniscono delle problematiche di natura soggettiva nei diversi Istituti dove le risorse umane sono gestite in maniera disomogenea e dove persistono gravi disparita di trattamento relativamente ai servizi svolti. Sulla questione abbiamo sollecitato l'intervento del vertice regionale che ad onor del vero ha garantito un immediato intervento, non accetteremo oltre di constatare che in alcuni Istituti ci siano trattamenti di serie A e altri di serie Z “.
Per quanto riguarda le carenze strutturali, ancora il personale è costretto a svolgere servizio nei luoghi di lavoro inidonei e arroventati dalla calura determinata dal clima estivo. In troppi Istituti i climatizzatori non sono funzionanti e ancora malgrado le vertenze presentate all'organo regionale (VISAG) nessun intervento è stato garantito per risolvere tali anomalie. E' già proibitivo svolgere servizio con tipologie di detenuti che mettono a dura prova il lavoro quotidiano dei nostri poliziotti, se poi si uniscono ulteriori difficoltà logistiche, si creano delle difficoltà ulteriori che rendono quasi impossibile svolgere un servizio regolare.
Anche le mense di servizio sono state revocate ed il personale non puo' nemmeno piu' fruire di un pasto durante il servizio, se consideriamo che i nuovi Istituti sono stati realizzati distanti dai centri abitati e non sono presenti collegamenti con il servizio ti trasporto pubblico è facile comprendere come il personale "accasermato" soprattutto se privo di mezzo proprio di locomozione, sia letteralmente penalizzato e si senta abbandonato dall'Amministrazione.
Lo scenario è desolante: nessun intervento a favore del benessere del personale, scarsissima attenzione sulle necessità degli Agenti per svolgere il già difficile e impegnativo servizio e tutto nel silenzio piu' assordante del Dipartimento e della classe politica sarda che sin'ora sembra ripercorrere la strada della scarsa attenzione dimostrata dai predecessori.
Auspichiamo davvero che il Dipartimento si renda conto che la Sardegna non esiste solo per inviare i detenuti che nelle altre regioni della penisola si siano resi responsabili di aggressioni a danno degli Agenti o si sono resi responsabili di evasioni o di gravi eventi critici.
In regione avevamo riposto grande fiducia nei confronti del nuovo Capo del Dipartimento ed auspicavamo che la nuova classe politica regionale si potesse fare portavoce delle problematiche, ma sin'ora è stato un ottimismo strozzato dalla mancanza di riscontri. Non smetteremo di denunciare – afferma Michele Cireddu - le anomalie ed a sensibilizzare l'opinione pubblica sulle problematiche che permangono nella regione".
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