Sini

Fiorella Mannoia: sinfonica gigante di Tharros

Due ore di magica atmosfera, doppia data isolana, doppio sold out

Fiorella Mannoia: sinfonica gigante di Tharros

Di: Enrico Bessolo


“Mi chiamano con tutti i nomi, tutti quelli che mi hanno dato. E nel profondo sono libera, e orgogliosa canto”.

E lo fa dal 1968, distinguendosi nel panorama musicale italiano per il suo timbro vocale particolare e per le interpretazioni di pezzi di altri artisti. Parallelamente, porta avanti numerose battaglie per i diritti dei più deboli e delle donne.

Fiorella Mannoia ha animato l‘anfiteatro di Tharros, nella splendida penisola del Sinis, con due concerti, domenica 21 e lunedì 22 luglio, gli unici in Sardegna del suo tour estivo.

La cantante ha sempre manifestato amore e ammirazione per l’isola, la sua gente e le sue tradizioni, tant’è che in apertura ribadisce il dispiacere di poterci venire sempre troppo poco e di impegnarsi a tornare per la prossima stagione invernale.

I due concerti sono parte del ricchissimo cartellone del Dromos Festival, giunto alla ventiseiesima edizione, ideato e curato da Salvatore Corona (tra i grandi protagonisti, oltre alla Mannoia, la pianista giapponese Hiromi ed il cantautore Francesco De Gregori), con un obiettivo sintesi dell’amore per l’arte e per la propria terra.

“Organizziamo concerti, mostre, incontri con artisti, musicisti e scrittori. Parliamo di cultura. Raccontiamo le persone e le loro storie. Tutto ciò all’interno di luoghi splendidi e affascinanti alla riscoperta di una Sardegna più autentica e meno cartolinesca. Costruiamo ponti tra culture e arti diverse, impregnati di meticciato, con la complicità e il supporto di territori resilienti e inclusivi, ricchi di tradizioni, storia e bellezze naturalistiche molti dei quali a rischio spopolamento”.

La penisola del Sinis, lo splendido anfiteatro e l’area archeologica di Tharros compongono una cornice senza pari: il profumo della macchia mediterranea immerso nell’aroma del mare, increspato dalla brezza che accarezza i capelli, dopo aver fatto altrettanto con la superficie dell’acqua che ricambia con spumose onde che si sdraiano sul litorale- e con la vegetazione. Nel mentre il sole -sdraiandosi sull’orizzonte- regala un tramonto con tutte le sfumature delle tinte dal rosso al rosa.  Al centro del quadro, la splendida necropoli punica, il dorso del capo San Marco e l’omonima torre.

“E ammazzo il tempo bevendo caffè nero bollente” esordisce Fiorella, ricevendo in risposta dal pubblico un boato di giubilo.

Nel corso della serata si alternano omaggi ai grandi cantautori italiani (“Io vivrò senza te” di Battisti, “Se io fossi un Angelo” di Dalla, “Margherita”di Cocciante), aneddoti personali (“Giovanna d’Arco”, scritta per lei da Francesco De Gregori, ispirato dai capelli di Fiorella che, illuminati da un faro durante un concerto, sembravano un elmo) e successi firmati da lei medesima, che accompagnano diverse tematiche attuali, supportate attivamente dalla cantante.

Una di queste è “Nessuna conseguenza”, un inno contro la violenza sulle donne e occasione per la cantante di ricordare il recente successo del progetto “Una, nessuna centomila” (prima al Campovolo di Reggio Emilia poi all’Arena di Verona), che ha raccolto ben 600 mila euro per i centri antiviolenza di cui hanno beneficiato anche due realtà isolane.

E ancora, "In viaggio", ispirata alle storie di chi attraversa il Mediterraneo e "Combattente", inno universale per l'umanità, che ogni giorno combatte la propria battaglia perché è una regola che vale in tutto l'universo, chi lotta per qualcosa non sarà mai perso".

A rendere ancora più suggestivi i successi di Fiorella il supporto dei 21 elementi dell'Orchestra Saverio Mercadante, diretta dal Maestro Rocco de Bernardis.

Suggestione che raggiunge il suo massimo durante l’omaggio a Pierangelo Bertoli, con “Pescatore” (uno dei primi brani della cantante romana, quando nel 1980 la casa discografica le propose di collaborare con un giovane cantautore di Sassuolo): voce e musica dal palco dipingono la storia di una moglie che cede alla debolezza della carne mentre il suo uomo lotta contro il mare per procurare il cibo. Quand’ecco che spunta la luna, piena, lucente

ed argentata... dal mare dietro al palco, però, non dal monte -come cantava lo stesso Bertoli assieme ai Tazenda-!

Inevitabile, tuttavia, l’associazione da parte del pubblico, che prontamente intona il ritornello di “spunta la Luna” (per qualcuno dal monte, per qualcuno dal mare), invitando Fiorella a girarsi per godere dello spettacolo.

Non mancano poi atmosfere argentine, su cui balla la stessa Mannoia (“Besame mucho”; e “Quizás”) o più primaverili (“Primavera”, nata da un duetto con Michele Bravi e accompagnata dall'orchestra con le note della Primavera di Vivaldi).

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