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Natural view cosmos filed and sunset on garden background
Comincia ufficialmente oggi, 20 marzo, la stagione primaverile 2023. Alle ore 22, 24, ora italiana, cadrà l’equinozio di primavera e terminerà l’inverno.
La stagione in generale più amata, tranne forse da chi soffre di allergie, è da sempre dipinta come la più rosea, floreale, significando un periodo di ottimismo e rinascita.
La parola “equinozio” deriva dalla parola latina “aequinoctium”, composta da due termini, “aequus” (uguale) e “nox” (notte). Questo significa che le ore di luce e di buio, quindi quelle diurne e quelle notturne, saranno le stesse, esattamente 12. Ciò vale per l'emisfero settentrionale (boreale), mentre in quello australe (meridionale) si verifica il fenomeno opposto: l'equinozio di autunno.
Come spiega Space.com e riporta Fanpage, durante gli equinozi, l'inclinazione dell'asse terrestre si allinea esattamente con il piano dell'orbita attorno al Sole. In questo modo, il giorno e la notte ricevono la stessa quantità di ore di luce, perché il sole a mezzogiorno all'equatore si trova allo zenit, cioè sopra la testa di chi osserva.
L'equinozio di primavera non cade sempre il 21 marzo, e il 2023 ne è un esempio, in quanto l'anno siderale dura 365 giorni e 6 ore e non 365 giorni. Questo scarto determina che l'equinozio di primavera possa cadere tra il 19 e il 21 di marzo. Ed ecco perché l’equinozio d’autunno si verificherà alle 8,49 di sabato 23 settembre 2023.
Nonostante comunemente i buoni propositi vengano fissati per il primo gennaio, a inizio anno, e a settembre, con il ritorno all’ordine e alla normalità dopo la spensieratezza estiva, la primavera è in realtà il momento adatto per cominciare a prendersi maggiormente più cura di se stessi, cercando di mangiare più sano e colorato grazie ai frutti che Madre Natura ci offre generosamente in questa stagione, decorando e arredando l’ambiente in cui viviamo con piante e fiori, liberandoci di ciò che non ci serve più e respirando un’aria di rinascita.
La parola “primavera”, di origini romane, si compone di due termini, “primus” e “ver”, che deriva dallo sanscrito “vas”, che significa “splendere”.