L'uomo accusato di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e lesioni nei confronti della moglie, è stato assolto dal Tribunale di Tempio Pausania al termine di un processo che si è svolto a porte chiuse: si era trattato del primo caso di Codice Rosso scattato ad Olbia nel 2019. Dopo 5 ore di camera di consiglio, il collegio presieduto dal giudice Marco Contu ha ritenuto valide le argomentazioni della difesa, facendo cadere tutte le contestazioni a carico dell'imputato, un affermato imprenditore edile di Olbia.

"Una vita e una famiglia distrutta da una vicenda giudiziaria drammatica e solo all'esito di un lungo processo, dopo una misura cautelare di un anno e sei mesi, finalmente arriva la parola fine che restituisce dignità all'imputato sperando che possa riprendere in mano la sua vita insieme alla famiglia", hanno commentato gli avvocati Giampaolo Murrighile e Nicola De Benedetto. I fatti risalgono al settembre del 2019, esattamente un mese prima era entrato in vigore il Codice Rosso a tutela delle donne vittime di violenza e la Procura di Tempio fece subito scattare la procedura prevista dalla legge: l'uomo venne arrestato e portato in carcere, dove resterà per un anno e mezzo.

L'inchiesta è partita dalla denuncia dei vicini di casa dell'imprenditore - padre di due figli, uno ancora minorenne - e delle amiche della moglie. Tutte persone che avrebbero raccolto le confidenze della donna, segnalando ripetuti episodi di maltrattamenti ma anche di violenze per rapporti sessuali non consenzienti. Lei avrebbe raccontato di essere terrorizzata all'idea di denunciare il marito perché temeva per la sua vita. La stessa donna, però, in sede processuale aveva negato molte delle accuse mosse nei confronti del marito. Nei confronti dell'imprenditore venne aperto anche un procedimento davanti ai giudici del Tribunale dei minori che portò alla sospensione della sua potestà genitoriale.