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"Il bambino che sarebbe arrivato…". Si incrina la voce di Alessandro Impagnatiello, accusato dell'omicidio della compagna Giulia Tramontano, quando ricorda Thiago, il figlio mai nato. Diversamente dalla scorsa udienza, l'imputato appare emozionato, più coinvolto nel ricostruire quanto accaduto prima del delitto.
In aula, interrogato dalla difesa, sta ricostruendo la vacanza a Ibiza con la compagna, l'ipotesi di trasferirsi in Spagna "nei prossimi cinque anni". Il viaggio nell'isola spagnola ha permesso "a me e Giulia di ritrovarci, ho ritrovato Giulia e mi sono staccato anche visivamente dall'altra...poi siamo tornati a Milano" e le "curve brusche" nella vita dell'ex barman, già padre di un altro bambino (anche parlando di lui si commuove e piange), sono ricominciate.
"La prima gravidanza (da una relazione precedente, ndr) è stata una spinta, alla seconda (con Giulia, ndr) è come se nella mia testa potessimo fare dei passi indietro: l'obiettivo di acquistare casa sarebbe saltato, l'obiettivo della mia promozione sarebbe stata messa in dubbio, come rallentare la strada che avrei voluto fare. Chiesi a Giulia di rimandare di un anno, ottenuta la promozione avrei lavorato solo in orario diurno e avremmo avuto una posizione economica migliore", ha detto Alessandro Impagnatiello.
Nel suo interrogatorio ricorda come Giulia desiderasse quel bambino: "Sì, lo voleva ma nelle primissime settimane condizionata dalle mie reazioni altalenanti aveva preso in considerazione l'idea di abortire" e svela come il nome Thiago "era uno dei probabili nomi, era tra le mie preferenze e a Giulia dispiaceva meno di altri".
Dal banco degli imputati ribadisce che la 29enne "era la donna con cui volevo passare la vita. Dopo un mese e mezzo che conoscevo Giulia ho pensato 'è lei'" e quando Impagnatiello rivela che ha già un figlio, lei risponde "'Io voglio te e tutto quello che ti circonda'" e con il piccolo era riuscita a creare da subito un rapporto di complicità.