Sassari – Farci ha provato a camuffare la scomparsa della sua compagna Speranza Ponti. È questa la tesi dell’accusa avvalorata dalle prove rinvenute nel cellulare dell’indagato. 

Il pubblico ministero Angelo Beccu (come riportato dalla Nuova Sardegna, oggi in edicola) avrebbe spiegato alla corte, presieduta da Massimo Zaniboni, il piano che sarebbe stato ideato da Farci. L’uomo avrebbe avuto un intento: rassicurare la famiglia della giovane e allontanare i sospetti da se stesso. Infatti, avrebbe inutilmente provato a rassicurare la sorella della vittima attraverso messaggi scritti sino al momento della richiesta di un messaggio vocale, da parte della donna, finalizzato alla rassicurazione dei genitori.  Farci davanti alla richiesta di un vocale avrebbe escogitato il piano.

Le prove

Gli investigatori del nucleo operativo dei carabinieri di Alghero, insieme al perito nominato dalla Procura di Sassari, sarebbero riusciti a estrapolare gli "mp3" presenti nella memoria del telefono sequestrato a Farci al momento dell'arresto, il 31 gennaio dello scorso anno.

Dalla testimonianza di chi svolse gli accertamenti tecnici, come riportato dal quotidiano sardo oggi in edicola, gli inquirenti avrebbero trovato dei video di Speranza in giro per Alghero e mentre ballava all'interno di un locale, oltre a cinque "app" con programmi di montaggio e utili a modificare la voce.

Parrebbe che l’intento fosse quello di modificare la sua stessa voce, impressa in una delle prove audio di circa 15 secondi, presentate in aula ieri mattina, e di realizzare un montaggio doppiando vecchi video di Speranza.

Inoltre, secondo quanto appreso dalle indagini, la presenza dell’uomo, nel luogo del ritrovamento del cadavere, è stata registrata tre volte dalle celle telefoniche della zona di Monte Carru, precisamente dalla cella di "San Giuliano".

Il 6 dicembre del 2019 pare abbia agganciato il telefono di Farci prima alle 7.05 del mattino (forse durante un sopralluogo), poi alle 11 (quando secondo la ricostruzione dell'accusa l'uomo portò il corpo della donna alla periferia di Alghero) e successivamente alle 17 quando tornò probabilmente per coprirlo e nascondere le tracce.

 

Per farlo avrebbe provato a coinvolgere un giovane cameriere che lavorava con lui nella pizzeria di via XX Settembre ad Alghero, esperto di montaggio e d’informatica. Sembrerebbe che il giovane si rifiutò, negando la sua disponibilità anche per spedire, in Sudamerica, il telefono della fidanzata per sviare le indagini.

Gli interrogatori e la cattura

Era il 16 dicembre del 2019 e di Speranza Ponti non si avevano più notizie da oltre dieci giorni. Il corpo della donna fu ritrovato all'interno di un cespuglio nel residence di Monte Carru la notte del 31 gennaio dello scorso anno, dopo che Farci, messo alle strette dai carabinieri dopo la denuncia dei familiari della donna, indicò il punto in cui lo aveva portato il 6 dicembre dell'anno precedente.

Il 54enne dichiarò: «L'ho trovata impiccata e per paura che non mi credessero ho portato il suo corpo in un posto che amava». La Procura però non gli crede, scrive oggi il quotidiano regionale, ed è convinta che Farci, difeso dall'avvocato Daniele Solinas, abbia ucciso Speranza per impossessarsi dei suoi soldi.

Le testimonianze

Alla sbarra dei testimoni ha depositato la sua testimonianza il luogotenente Leonardo Baldinu, comandante della stazione dei carabinieri di Alghero e  una donna di Alghero con cui Farci instaurò un rapporto di amicizia proprio nei giorni della scomparsa di Speranza.

Nel processo si sono costituiti parte civile con l'avvocato Stefano Carboni i genitori di Speranza e la sorella della vittima Natascia. Mentre Manlio Prainito, l'ex marito genovese da cui la 49enne di Uri si era separata tre anni fa prima di trasferirsi ad Alghero, è rappresentato dall'avvocato Edoardo Morette.