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Virus variant, coronavirus, spike protein. Omicron. Covid-19 seen under the microscope. SARS-CoV-2, 3d rendering
Rilevare tali anomalie è tutt'altro che semplice: spesso sono segnali molto deboli e per riuscire a rilevarne la presenza si utilizzano i cosiddetti 'spettri', una sorta di filtri matematici che permettono di evidenziare nei dati picchi che si verificano solo a determinate frequenze.
"A dicembre, per esempio, l'analisi degli spettri applicata ai dati italiani sulla pandemia evidenziava dei picchi anomali, interpretati come un primo segnale-spia della presenza di una nuova variante", osserva Fenga.
Questo non significa che la variante fosse presente allora: previsioni di questo tipo, chiamate 'nowcast', "permettono di osservare adesso tutti i dati che si potrebbero vedere in futuro. Utilizzando un modello di questo tipo - aggiunge - a dicembre è stato possibile rilevare la possibilità di una nuova variante che stava venendo alla luce".
Analizzare gli spettri non basta: per la previsione è stato utilizzato anche un secondo strumento, che afferisce alla teoria delle Wavelet, letteralmente 'ondine', piccole oscillazioni il cui comportamento permette di analizzare fenomeni complessi, come quelli meteorologici.
"Questo strumento permette di analizzare in dettaglio le anomalie, come una sorta di zoom in grado di ingrandire le variazioni del segnale ad una certa frequenza. "Sono strumenti molto noti agli statistici - conclude Fenga - e potrebbero rivelarsi molto utili in futuro, per anticipare l'arrivo di nuove varianti".