Gli amministratori di Ottana hanno deciso di infrangere il patto di stabilità, formalizzando la violazione in una delibera: «I segnali che attendiamo da troppo tempo, da parte di chi ci governa, questa volta li diamo noi, amministratori di periferia», spiega il sindaco Gian Paolo Marras: «Preferisco violare oggi il patto di stabilità e assumermi le conseguenti responsabilità, piuttosto che piangere domani per l'ennesimo suicidio di Stato». Una reazione ai vincoli della legge 228 che nel 2012, ha impedito a tutte le pubbliche amministrazioni di esercitare azioni in dissenso a quanto indicato, nonostante il dilagare della crisi ponga sempre più in difficoltà chi deve dare risposte concrete. La voce del sindaco di Ottana non tuona isolata, ma l'azione di rottura che la sua amministrazione ha deciso di intraprendere ha l'impatto di una sfida. Ottana è un centro di 2376 abitanti e la crisi economica ha determinato negli ultimi anni un tasso di disoccupazione pari al 36,85 per cento.

ULTIMA SPIAGGIA «Ho deciso di violare il patto di stabilità - dice il sindaco di Ottana - sapendo che ci sono sanzioni amministrative e personali che prevedono perfino l'ineleggibilità. Siamo arrivati a una situazione di gravità assoluta e vogliamo pare subito i debiti che riguardano i piccoli lavori già ultimati e che darebbero respiro a tanti artigiani e imprenditori». La Giunta comunale ha disposto, con decorrenza immediata, la liquidazione dello stato di avanzamento dei lavori alle imprese incaricate per la realizzazione di opere pubbliche e interventi di riqualificazione urbana entro i limiti della capacità di cassa e limitatamente ai contratti stipulati entro l'anno 2012. Il totale dei pagamenti è di circa 200 mila euro.
PRONTA CASSA L'obiettivo dell'amministrazione comunale è quello di far ripartire l'economia interna del paese. «Sono certo che molti sindaci vivono i miei stessi problemi - conclude Marras - e dobbiamo fare fronte comune affinché la norma venga rivista».

Roberto Tangianu