Nel buio panorama di una congiuntura economica che sembra uccidere anche la speranza non manca chi in Barbagia vuole sorridere al futuro: «Abbiamo il dovere di alimentare la fiducia: in questo passaggio di crisi vogliamo anche guardare ai frutti che si raccolgono, grazie all’affidabilità costruita nel tempo».Vanni Mattu ha 41 anni: vive e lavora a Ovodda e insieme ai fratelli Alessandro e Carlo, è il proprietario di una marmeria, tra le attività più importanti che completano la Zona Industriale situata a 2 km dal centro abitato. Le sue parole inseguono i pensieri e misurano le cose che cambiano: «Avevo 14 anni quando ho iniziato a lavorare nell’Impresa di famiglia, specializzata nella lavorazione del marmo. Ricordo bene che non avevamo nemmeno il tempo di recuperare il fiato poiché il lavoro non mancava mai. Si correva da una parte all’altra per prendere misure, ascoltare le esigenze dei clienti, fare tagli ed effettuare le consegne. La crisi ha spazzato via le certezze di allora, insieme a quella serenità che le accompagnava». Vanni è sposato, ha una figlia, e un carattere non incline al pessimismo, ma la riflessione fa emergere considerazioni amare: «Oggi bisogna far fronte a una crisi che sembra voler limitare le speranze. Il costo dei trasporti negli ultimi anni è aumentato del 50% e lo Stato non capisce quali sono le reali esigenze di noi piccoli imprenditori. Le tasse ci perseguitano e a fine mese si portano via l’intero guadagno maturato dopo giorni di intenso lavoro». Nel 2005 i tre fratelli rilevano l’attività del padre Mario, un’azienda costruita con sacrifici e rinunce che nel corso degli anni, grazie a investimenti valutati con attenzione, si è rivelata produttiva diventando un punto di riferimento per l’intero centro Sardegna e non solo. «Aspettavamo con ansia l’arrivo del fine settimana: si staccava la spina e ci si svagava  un po’. Il riposo era meritato, dopo tanto lavoro senza sosta». I ricordi si accavallano: «Quando chiedevo a mio babbo 50 mila lire, me ne dava anche il doppio. Le gratificazioni compensavano le fatiche. Oggi è impensabile una cosa del genere. C’è un aspetto paradossale: non è diminuito il lavoro, le richieste sono sempre soddisfacenti ma il reddito non produce guadagni perché sfuma in tasse e bollette da capogiro». Nel 1988, quando Mario Mattu decise di trasferire la sua piccola attività in quella che oggi è l’area industriale di Ovodda, in pochi credevano che la sua idea potesse funzionare. La distanza dal paese appariva un limite, accentuato dalla mancanza di servizi e da un marcato isolamento. L’intuizione negli anni ha convinto anche altre realtà che si sono moltiplicate intorno al grande capannone in cui si lavorava il marmo e costruito nella piana di “Ghiliddoe”. Vanni e i suoi fratelli oggi tengono in mano con orgoglio l’azienda che hanno contribuito a far crescere: «Siamo certi che la situazione assumerà ben presto una piega diversa. Abbiamo fiducia e confidiamo nei nostri clienti. In questo passaggio di crisi vogliamo anche guardare ai frutti che si raccolgono, grazie all’affidabilità costruita nel tempo». Roberto Tangianu