È una notizia, eccome se è una notizia: il mensile Rolling Stone, “bibbia laica” da quasi cinquant’anni, dedica la copertina e un lungo articolo del suo ultimo numero a Papa Francesco. Non sarà sfuggito ai più accorti che furono proprio i Rolling Stones, molti decenni fa, a incidere un brano che ha lasciato un segno nella storia della musica: Sympathy for the devil. Nel 2014, la rivista che condivideva col gruppo britannico le idee libertarie, sregolate, anarchiche, è passata dalla “simpatia per il demonio” all’ammirazione incondizionata per chi, come il Papa, il diavolo lo considera il nemico numero uno, una presenza niente affatto astratta che va combattuta giorno dopo giorno.

 
La Chiesa si rinnova, certo, ma si rinnovano anche i liberal, scoprendo una curiosità per il trascendente fino a poco tempo fa inimmaginabile. Non è da escludere che, in un futuro nemmeno troppo remoto, Mick Jagger e Keith Richards decidano, di loro spontanea volontà, di fare visita al Santo Padre. Non si tratterebbe, qualora avvenisse, di una redenzione sulla via di Damasco: semplicemente, di un dialogo franco e educato tra persone mature, che coltivano un’idea differente sulla vita terrena e sull’aldilà. 
Ma quali sono i gusti musicali di Papa Francesco? Il direttore di Civiltà Cattolica Antonio Spadaro, nella celebre intervista apparsa lo scorso settembre, lo ha interpellato anche sulle sue preferenze in campo artistico.