Vittorio Emanuele Parsi su Mandela: un’opinione molto positiva riguardo al percorso politico dell’ uomo che, con coraggio e molta costanza, è riuscito a traghettare il Sudafrica fuori dall’apartheid. Interpellato sulle possibili “zone d’ombra” del personaggio -che potevano magari essere rimaste celate dietro la commozione universale- il politologo replica con chiarezza: facendo un bilancio consuntivo dopo la scomparsa, Madiba ha dimostrato di essere una persona buona, perciò la Storia lo ricorderà esclusivamente per i suoi aspetti positivi.

 

Partiamo da Mandela, descritto dai media come “santo laico”. È un’opinione che condivide?

«Nel caso di Mandela la santità è concreta, nel senso che il miracolo è sotto gli occhi di tutti: traghettare il Sudafrica fuori dal regime dell’apartheid senza una guerra civile, senza che scattassero vendette indiscriminate, senza che ci fosse neanche una resa dei conti conclusiva è un risultato sorprendente. Se questo non è un miracolo! Quindi è giusto che ci sia stata una eco mediatica così forte. In termini laici, lui si è reso responsabile di un miracolo di fronte a miliardi di persone».

C’è chi però, sul web, ha accusato Madiba addirittura di “odio razziale verso i bianchi”.

«Sono accuse che fanno acqua da tutte le parti, e che oltretutto si riferiscono al periodo precedente la detenzione, quando Mandela era un’altra persona. Stiamo parlando di una persona giovane, che lottava contro un regime –quello dell’apartheid- non  particolarmente differente rispetto ai regimi coloniali in Africa. Il fatto che lui predicasse la lotta armata rientra nella strategia politica: in certi contesti, l’uso delle armi è più che legittimo. È evidente che se uno pensa alla santità nel senso del mite cattolico è già fuori strada, perché in questo caso stiamo parlando di santità laica: francamente, l’uso della forza è necessario quando non ci sono alternative plausibili»

I Paesi più poveri dell’Africa subsahariana avrebbero bisogno di un Mandela per risollevarsi?

«Se per Mandela intendiamo una classe dirigente dotata di grandi capacità e resistente alla corruzione, allora sicuramente sì. Anche l’Italia, se è per questo, avrebbe bisogno di un Mandela»

All’apparenza, tutti i capi di Stato volevano un gran bene a Mandela. Per caso qualcuno di loro, sotto sotto…

«Sicuramente Robert Mugabe, presidente dello Zimbabwe, non stravedeva per lui: ha iniziato con  un percorso simile a quello sudafricano, per poi dare vita a un sistema dittatoriale. Poi  quelli che hanno scelto la via del radicalismo, della vendetta dopo la presa del potere non potevano che essere nemici di Mandela. Però stiamo parlando di casi singoli: davvero non esiste, nella storia recente, una figura come Mandela che abbia saputo guadagnarsi la stima universale»

Ci ha stupito, professore: conoscendo il suo carattere controcorrente, avevamo previsto una piccola vena polemica in più nei confronti di Mandela.

«Tutto quello che ho detto finora lo penso veramente. Questa intervista uscirà su Vita, e io credo –conoscendovi- che siate d’accordo con me sul fatto che a volte vengono assurgono al titolo di  santi persone che in fin dei conti non vantavano grandi meriti. Allora di fronte a questi esemplari di “santità di cartone”, ecco che Mandela svetta nella sua bontà laica. Che poi, laico o non laico, io sono sicuro che nel Giorno del Giudizio Mandela sarà molto vicino al Padre Eterno».