"I nuovi focolai richiedono investimenti rapidi per migliorare la biosicurezza negli allevamenti. Non possiamo più assistere impotenti all'abbattimento indiscriminato di migliaia di animali sani a causa della diffusione del virus in una popolazione selvatica fuori controllo - spiega il presidente di Coldiretti Ettore Prandini all'ANSA - e la vera innovazione è prevenire, anticipare le difficoltà pensando a lungo termine e investendo nella ricerca, per evitare di dover sempre inseguire l'emergenza".

"Prima che la peste suina arrivasse in Italia due anni e mezzo fa - aggiunge Prandini - avevamo chiesto di costruire recinzioni vicino alle principali infrastrutture viarie come ferrovie e autostrade. Se ciò fosse stato fatto, oggi non avremmo questi problemi. Ora - conclude - è essenziale che le regioni confinanti collaborino con azioni coordinate, solo così si possono superare le difficoltà che spesso sorgono quando le competenze non sono chiare e gli interventi sono ritardati".