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I cittadini chiedono aiuto alla magistratura per accerchiare la classe politica sulla legge elettorale. Dopo le promesse di riforma più volte reiterate (ma puntualmente rientrate) per tenere buoni gli elettori, oggi i partiti della coalizione di governo si dividono tra chi, il Pd, vorrebbe eliminare subito il porcellum e chi, il Pdl, sarebbe disponibile solo per un rinvio in attesa di tempi migliori, per chi non si sa. Di fatto, si tratta dell’ennesimo e nauseabondo gioco delle parti. A fronte di una paralisi che si vuole inguaribile, ecco che un’iniziativa di cittadini spazientiti è giunta alla Corte suprema di cassazione per impugnare la legge elettorale in vigore. Il massimo organo giudiziario ha considerato “rilevante” la questione di legittimità della legge stessa, ma sarà la Corte costituzionale a pronunciare la parola definitiva. Quest’ultima, peraltro, anche recentemente ha invitato le forze politiche in parlamento a rivedere il porcellum là dove sono evidenti le violazioni che limitano l’espressione libera e democratica della volontà degli elettori. Ebbene, stando così le cose, appare evidente che cittadini e magistratura sono, oggi, all’inseguimento di una lepre, la classe politica, che, benché assediata, non solo vuole resistere, ma fa già capire che sfrutterà tutte le bocche di fuoco in sede legislativa per superare le questioni controverse. Le quali, c’è da scommetterci, saranno gestite sì in funzione sempre bipartisan, ma lontana dall’ interesse generale. Semmai, potranno esserci future questioni di legittimità sulla nuova legge elettorale, di fronte alle quali, come sempre, i nostri politici sapranno mettere un punto e ripartire. E allora, questo miracoloso spirito unitario che ha consentito ai due schieramenti la formazione del governo Letta, è da interpretare come un’iniziativa finalizzata al bene comune del Paese o, soprattutto, ai loro soliti interessi di bottega? Insomma, conoscendo pelo, precedenti e vizi di entrambi, il dubbio si pone. Come si può parlare, infatti, di conflittualità sostanziale tra Pd e Pdl se per un ventennio, nel loro reciproco avvicendarsi, anche mutando le vesti, non sono mai stati risolti i temi centrali riguardanti l’evasione fiscale, la corruzione, la spesa pubblica, gli sprechi, le tasse mutilanti, la disoccupazione giovanile e una legge elettorale capace di finalizzare la volontà del popolo? Anche a parti invertite, si è visto che non c’è mai stata un’ opposizione degna di questo nome. E’ il caso di pensare, come dovrebbe avvenire tutti i giorni, a chi ha dato propria vita per gli ideali di libertà, di democrazia e di giustizia sociale nel nostro Paese. Neanche gli esempi di valore estremo sono stati, però, di monito per i nostri politici: nonostante la disperazione di larghe fasce di popolazione che vivono nella povertà e la disoccupazione distruttiva delle speranze di 3 giovani su 5. Tradito il lascito morale ed etico di chi ha combattuto non per se stesso, ma per il futuro dei propri figli, è prevalsa, invece, l’insensibilità,