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“L’approvazione della risoluzione sulle accise è una vittoria importantissima di tutta la Sardegna, segno evidente della bontà di una battaglia portata avanti dai Riformatori in nome e per conto dei sardi, guardando all’interesse pubblico e alle future generazioni”.
Queste le parole dei consiglieri regionali Michele Cossa, Alfonso Marras, Aldo Salaris e Giovanni Antonio Satta, che il 28 aprile avevano presentato la proposta di legge di modifica delle norme di attuazione dello Statuto sardo con l’intento di “Riportare equità e giustizia attraverso la rivendicazione degli introiti derivanti dalle accise sui prodotti petroliferi lavorati sul territorio regionale (e non solo consumati) che data la presenza in Sardegna della più grande raffineria italiana, la Saras, comportano tra l’altro un costo ambientale altissimo”.
Gli introiti quantificati sono stati quantificati in 4 miliardi di euro, risorse che, secondo il loro punto di vista, la Sardegna potrebbe utilizzare per colmare il gap infrastrutturale e delle reti di trasporto e comunicazione e, più in generale, per creare sviluppo nell’Isola.
In base all’articolo 1 della mozione presentata dai Consiglieri, “Interpretazione autentica delle norme statuarie relative al pagamento delle accise nel territorio della Regione Autonoma della Sardegna e modifica delle norme di attuazione”, viene prevista l’effettiva applicazione della compartecipazione della Regione sulle imposte di fabbricazione e sulle accise
“La non condivisibile interpretazione da parte dello Stato dell’articolo 8 dello Statuto speciale e le conseguenti norme di attuazione – si legge nella risoluzione approvata ieri – contraddicono e annullano la grande conquista ottenuta dall’intero popolo sardo a seguito dell’unanime mobilitazione sulla “vertenza sulle Entrate della Regione Sardegna” sul riconoscimento della compartecipazione sulle accise gravanti su tutti i prodotti petroliferi fabbricati in Sardegna, nella misura dei 9/10, limitando invece il trasferimento alle sole accise prodotte e consumate nel territorio della Sardegna e causando così un danno in termini di entrate sui trasferimenti erariali a favore della nostra Regione, che è quantificabile in circa 4 miliardi di euro”.
La risoluzione impegna il Presidente della Regione a “Proseguire con determinazione nell’azione rivolta al “pieno riconoscimento dei diritti costituzionali in materia di entrate Finanziarie sanciti dall’Articolo 8 dello Statuto Autonomo della Sardegna” e ad adoperarsi “affinché si proceda celermente alla proposta di legge” presentata dai Consiglieri dei Riformatori.